"Stefano, non ti uccidere"L'affetto e la soldarietàdei lettori di "Libero"
Minaccia di togliersi la vita dopo aver ricevuto una cartella di Equitalia: "Non ce la faccio più. Non ho un soldo in banca. Dove trovo 42mila euro?"
Giovedì abbiamo ricevuto la lettera di Stefano, una richiesta d'aiuto. Il nostro lettore scriveva: "Fra poco un altro nome si aggiungerà alla lista dei suicidi da Equitalia: agente di commercio 60.000 euro lordi tassati alla fonte più tutto quello che il commercialista paga con gli F24, 18.000 euro di mutuo annuo per debiti ereditati, casa fatiscente in comproprietà vita modesta, 42.000 euro di cartella esattoriale non ho un soldo in banca e il lavoro va sempre peggio. Addio Stefano". Non avevamo a disposizione nessun recapito dove contattarlo privatamente, così abbiamo supplicato Stefano di non commetere l'estremo gesto e di scriverci alla email [email protected] per provare a risolvere la sua situazione. Una situazione che accumuna molti altri, troppi italiani, messi all'angolo dalla crisi. Da Stefano non abbiamo ricevuto ancora alcuna risposta. Ci ha però impressionato la mobilitazioni di altri lettori. Abbiamo ricevuto decine di email e di commenti all'articolo in cui riportavamo la lettera di Stefano. Nelle righe che abbiamo ricevuto c'è tanta disperazione, ma anche tanta solidarietà. Stefano, un omonimo, ci prega "se vi contatterà, di dargli la mia email perché per quanto posso cercherò di aiutarlo a livello economico. Un po' io, e spero un po' altre persone. Insieme possiamo dargli una mano per superare questo momento". Un signore che chiede di mantenere l'anonimato si propone di offrire a Stefano un posto di lavoro: "Sono stato colpito dalla richiesta di aiuto apparsa a firma di tale sig. Stefano. Libero oltre ad essere il mio giornale è anche un pezzo della mia vita. Se vuole il sig. Stefano può venire a lavorare presso la mia azienda. Fate voi da ponte, con la stima di sempre". Il signor Marangoni scrive: "Se ritenete che la nostra struttura possa esservi in qualche modo utile, vi preghiamo di farcelo sapere. Purtroppo il Sig. Stefano non ha rilasciato nemmeno la città in cui risiede, percui non sappiamo se possa essere un distretto territoriale in cui possiamo agire. Siamo una struttura che si occupa di software, ma possiamo avvalerci della consulenza e dell'amicizia di importanti Studi a Roma", e poi ne vengono citati alcuni. Quindi i commenti in calce all'articolo, di cui conosciamo le email dei mittenti. Guido scrive: "Saremmo felici di aiutarti in tutti i modi possibili possibili. Non fare cose inconsulte, ti vogliamo bene". C'è poi chi esorta Stefano a non mollare: "Comprendo benissimo il tuo stato d'animo, sono stato nelle tue stesse condizioni. Per un pignoramento ho sacrificato i miei risparmi per dieci anni. Stefano, gli errori del passato, voluti o meno, si pagano. Ma mai con la vita. Non fare cazz...te". Marinella spiega: "Io sono qua accanto a te, spiritualmente e concretamente. Aderisco all'appello lanciato da un lettore di Libero. Le mie 100 euro sono in arrivo per te, fammi sapere dove ti posso inviare questo piccolo aiuto che sarà seguito da tanti altri lettori di Libero. Siamo tutti con te, forza e coraggio". L'appello a cui Marinella si riferiva è quello di un nostro lettore: "Basterebbe un euro a testa, credo anche 50 centesimi, per tamponare momentaneamente. Caro Stefano, la redazione di Libero è capace di fare questo miracolo. Pronto a fare la mia donazione". E così, tanti altri commenti. Ma oltre alla solidarietà ci sono le storie di ordinaria disperazione. Marco ci racconta nei dettagli la sua vicenda, "un vortice creato dal fisco che ci sta ammazzando e ci impone, oltre alla persecuzione che dura oramai da quasi sette anni, la volontà di indurci alla istigazione al suicidio". Marco ci spedisce articoli di giornale e comunicati che "dimostrano la mia assoluta estraneità ai fatti". I fatti? Una cartella di Equitalia in grado di disintegrare un'intera esistenza. Un lettore anonimo scrive: "Non sono Stefano, ma mi rivedo nelle sue parole". E come lui tanti altri, distrutti e disperati. Noi attendiamo ancora una risposta di Stefano, e a tutti quelli che, come lui, stanno pensando di farla finita chiediamo di tenere duro, di non mollare e di provare a guardare avanti. Come dimostrano le lettere e le offerte che abbiamo ricevuto in poche ore, si può trovare una soluzione anche a quei problemi che sembrano insormontabili.