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Garlasco, slitta la sentenza:la pronuncia il 17 aprile

Alberto Stasi

Rimandato il verdetto finale su Alberto Stasi. La corte deve decidere se assecondare le richieste dei familiari o se assolvere in via definitiva l'ex fidanzato

Marta Macchi
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Slitta al 17 aprile il verdetto, inizialmente previsto per oggi, venerdì 5 aprile, del processo di terzo grado della Suprema Corte sull'omicidio della studentessa di Garlasco, Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007. Alberto Stasi, l'allora fidanzato della vittima e unico indagato, è stato in passato già assolto con rito abbreviato sia dal gup di Vigevano Stefano Vitelli in primo grado sia alla Corte d'Assise d'Appello di Milano. Così, i genitori di Chiara dovrannno attendere ancora qualche giorno per avere le risposte su cosa accadde quel terribile giorno di sei anni fa, quando il corpo della figlia venne ritrovato, proprio da Stasi, inerme e privo di vita, massacrato da una decina di colpi (l'arma non è stata mai ritrovata) all'interno dell'abitazione della famiglia Poggi. Per quella data, la Cassazione dovrà decidere se assecondare le richieste dei familiari o se assolvere, in via definitiva, l'ex fidanzato. Su Alberto Stasi ex studente bocconiano, adesso praticante in uno studio di commercialisti a Milano, pesano molti dubbi ma il giovane si è sempre dichiarato innocente e "con la coscienza apposto" ed è oggi presente in aula. La famiglia di Chiara invece aveva scelto di non recarsi a Roma per assistere al processo ma di attendere il verdetto a casa.  Secondo voi Alberto Stasi è colpevole? Vota il sondaggio Il riesame - I Poggi chiedono il riesame di alcune importanti prove. Prima fra tutte l'analisi su un capello corto, color castano chiaro, ritrovato nella mano sinistra della vittima sulla scena del crimine. La prova sul capello, dal cui bulbo potrebbe essere estratto il Dna, potrebbe rappresentare la svolta e donare finalmente l'identikit dell'assassino. L'indizio, fino ad adesso, non è mai stato analizzato per "dimenticanza", così come i frammenti di unghie di Chiara: elementi però che potrebbero riaprire il caso che altrimenti rischia di restare per sempre senza le dovute risposte. La famiglia Poggi, tramite il proprio legale Gian Luigi Tizzoni, mette in discussione diversi elementi. Mamma Rita e papà Giuseppe hanno richiesto il sequestro di una bicicletta nera da donna, che quella mattina era stata avvistata proprio sul muretto di casa Poggi, appartenente alla famiglia Stasi. Ad incidere, secondo loro, anche l'analisi della mancata camminata sperimentale dell'unico imputato sui gradini sporchi del sangue di Chiara. Pezzi di un puzzle che gli inquirenti non hanno mai esaminato e che potrebbero aiutare a completare il mistero. "Richieste inammissibili" - La difesa però ritiene le richieste inammissibili e infondate e non determinanti a livello giudiziario e chiede che venga rigettata la richiesta della procura generale e della parte civile di sequestrare la bicicletta: "Agli atti vi è già la prova, formatasi nel contraddittorio tra le parti, che essa non corrispondeva a quella usata dall'assassino". Nella memoria depositata in Cassazione, i legali di Stasi, sottolineano come non sia possibile escludere che a compiere l'omicidio possa essere stata un'altra persona: "Agli atti è emersa la prova della presenza di un soggetto che non è Stasi in orario compatibile a quello dell'aggressione" riferendosi all'impronta ritrovata sulla porta della villetta di via Pascoli "Che non è stata lasciata da Stasi ma neanche da tutti coloro che pochi minuti dopo di lui hanno fatto lo stesso percorso fin sui gradini della scala. Su Alberto pesa anche la recente sentenza per detenzione di materiale pedopornografico anche se è difficile credere che i giudici della Suprema Corte possano rovesciare un doppio verdetto, ma le recenti decisioni sul delitto perugino di Meredith lasciano spazio ad eventuali sorprese.

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