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Evasione Fiscale, maxi-multa di 343 milioni di euro per Dolce e Gabbana

A processo per evasione fiscale

La sentenza d'appello conferma quella di primo grado. All'origine dell'inchiesta una serie di operazioni finanziarie sospette

Sebastiano Solano
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  I due stilisti italiani Stefano Dolce e Domenico Gabbana sono stati condannati in appello dal tribunale di Milano ad una maxi-multa di 343,4 milioni di euro, confermando così la sentenza di primo grado che li aveva condannati per evasione. Respinto quindi il ricorso dei due stilisti. I giudici d'appello hanno infatti ulteriormente certificato la “condotta di un abuso di diritto posta in essere al solo scopo di procurarsi un vantaggio fiscale”.  La vicenda - La storia ha inizio ha nel 2004, quando Dolce e Gabbana costituiscono la Dolce & Gabbana Luxemburg sarl, che a sua volta costituisce la Gado sarl. Quest'ultima acquista dagli stessi stilisti, al prezzo di 360 milioni di euro, alcuni marchi e successivamente, con un contratto di licenza, concede a un'altra società (la Dolce & Gabbana srl) il diritto di sfruttamento dei marchi in esclusiva e dietro il pagamenti di royalties. Un serie di operazioni che, secondo il fisco, sono quanto meno sospette, motivo per cui l'Agenzia delle Entrate si mette in moto.  L'accusa di evasione fiscale - Dopo tre anni di indagini, l'accusa di aver costituito una cassa forte ad hoc, la Gado sarl, appunto, per “attuare una pianificazione fiscale internazionale illecita finalizzata al risparmio d'imposta”. Evasione fiscale, in sintesi. Secondo l'Agenzia delle entrate il vero valore dell'operazione effettuata superava il miliardo di euro, cifra che poi è stata ridotta in primo grado a 730 mln. Ora i due stilisti hanno un'unica possibilità per non mettere mani al portafogli: l'ultimo grado di giudizio.  

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