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Lo spot che istiga al femminicidio Scoppia la polemica su internet
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Un uomo con uno strofinaccio, una donna morta dietro di lui e lo slogan: "Elimina tutte le tracce". Ecco la pubblicità che fa infuriare tutti
L'uomo seduto con la camicia sbottonata e uno strofinaccio fucsia in mano, la donna distesa e priva di vita sul letto dietro di lui. Poi lo slogan, a caratteri cubitali: "Elimina tutte le tracce". Un messaggio pubblicitario, dell'azienda Clendy di Casoria, che sembra più un invito. O almeno così lo hanno inteso le donne che hanno animosamente protestato: un'istigazione alla violenza e al femminicidio. Tra le esponenti più rappresentative della disapprovazione alcune parlamentari di Pd e Sel (Sesa Amici, Susanna Cenni, Stefania Covello, Titti Di Salvo, Nerina Dirindin, Donatella Ferranti, Maria Grazia Gatti, Rita Ghedini, Donata Lenzi e Raffaella Mariani) che hanno invitato - attraverso una lettera - il presidente della Camera, Laura Boldrini, ad un celere intervento. La ditta napoletana di detergenti per la pulizia della casa ha fatto sapere, tramite il proprio consulente marketing Stefano Antonelli, di non aver ideato la campagna pubblicitaria come un incoraggiamento alla brutalità nei confronti del gentil sesso: "Siamo dinanzi alla classica tempesta in un bicchiere d'acqua. C'è stata una lettura distorta del messaggio. Certo è che non c'è alcuna ispirazione al femminicidio: chi lo afferma lo fa in maniera davvero impropria". La prova di non colpevolezza, secondo l'azienda, starebbe anche nel fatto che la promotion è double face. Se infatti su un cartellone compare l'immagine del cadavere femminile riverso tra le lenzuuola, nell'altra a morire sul pavimento è l'uomo. Le proteste - Solo una strategia di vendita dunque per concentrare l'attenzione sull'ironia del messaggio: un prodotto capace di "ammazzare" lo sporco anche più resistente. "Ci dispiace che ci sia stato questo clamore mediatico è semplicemente un messaggio pubblicitario, come tanti altri, che serve a richiamare l'attenzione. Nessun intento offensivo verso le donne, come dimostra anche la doppia versione del manifesto. Anzi da ieri sera siamo noi ad essere oggetto di messaggi offensivi" dichiara lo specialista delle vendite Antonelli. Ma i mea culpa non sono bastati perché persino il Comune di Napoli si è schierato contro alla propaganda ritenuta intollerabile. L'assessore comunale Pina Tommasielli si è pronunciata categoricamente sulla scelta infelice dell'azienda: "Questo spot è per noi è inaccettabile, soprattutto per un'amministrazione che ha deciso di costituirsi parte civile in tutti i processi che vedono le donne vittime di violenza. Per questo come assessore alle Pari Opportunità ho convocato, già questa mattina, i responsabili dell'Elpis per valutare criticamente il contenuto del manifesto per disporne l'eventuale rimozione, così come previsto dalla delibera comunale". Donne unite - La solidarietà femminile è giunta anche da parte di Mara Carfagna, Pdl, che disgustata dalla scelta stilistica pubblicitaria ha chiesto al governo di prendere dei provvedimenti: "Uno spot chiaramente in contrasto con il codice di autodisciplina delle industrie pubblicitarie, oltre che col buonsenso e il buongusto. Invito dunque il ministro delegato alle Pari Opportunità in carica, Elsa Fornero, a chiedere immediatamente intervento all'Istituto per l'autodisciplina pubblicitaria".
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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