
Processo Meredith, Cassazione annulla sentenza per Amanda e Raffaele

La sentenza della Suprema corte sconfessa clamorosamente quella d'Appello: il processo è da rifare, ma a Firenze
La Cassazione ha annullato "per rinvio" la sentenza di assoluzione in Appello per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, imputati dell'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher uccisa a coltellate nella sua casa di Perugia nella notte dell'1 novembre 2007. La studentessa americana e il suo ex fidanzato, pugliese, subiranno ora un nuovo processo d'Appello, non a Perugia ma davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Firenze. La decisione della prima sezione penale della Cassazione presieduta da Severo Chieffi è arrivata all'indomani della lunga udienza presso piazza Cavour. Con questa decisione la Suprema Corte si è completamente allineata alle richieste della pubblica accusa rappresentata da Luigi Riello che lunedì, nella sua dura requisitoria, aveva smontato pezzo per pezzo la sentenza della Corte d'Assise di Perugia che aveva assolto i due ex fidanzati. "Io non ho attaccato i miei colleghi - dice oggi Riello -. Ho semplicemente detto che sul banco degli imputati c'era una sentenza d'Appello che era un monumento all'illogicità e le mie accuse sono state accolte". Cinque anni e mezzo senza certezze: rivivi tutto il giallo sull'omicidio di Mez Il procuratore: "Ora processo su tutto" - Il legale di Sollecito, Giulia Bongiorno, invita ad attendere le motivazioni della sentenza: "Dobbiamo capire ancora se il processo sarà solo su alcune parti da chiarire". Si predisporranno altre perizie, partendo però da una sentenza di assoluzione. In questo senso, dunque, Amanda e Raffaele partono in posizione di vantaggio. Tuttavia, il sostituto procuratore generale Riello avverte: "A Firenze sarà un processo su tutto. La sentenza della Cassazione sarà come un binario sul quale la Corte di Firenze si dovrà muovere, dirà quali principi seguire per rinnovare il giudizio". Il procuratore generale ha ribadito che in Cassazione sul banco degli imputati ''non ci sono le persone ma le sentenze". "Siamo molto delusi, ma pronti a combattere", è la reazione a caldo di Luciano Ghirga, difensore della Knox. L'americana non è in Italia ma è rimasta in famiglia, nella sua Seattle. "E' preoccupata ma battagliera. Ora valuteremo sull'opportunità di un suo ritorno", fanno sapere i suoi difensori. Esulta al contrario l'avvocato della famiglia Kercher, Francesco Maresca, che ha accolto l'annullamento con il pugno in aria, segno di vittoria. "Questa decisione - ha poi detto il legale - serve anche a ridare la definitiva e finale verità sull'omicidio di Meredith. C'erano più persone assieme a Guede. I giudici ci diranno chi. Questa è una vittoria processuale e morale". Calunnia su Lumumba - La Cassazione ha inoltre confermato la condanna a tre anni per la Knox per il reato di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, il musicista del Congo da lei in principio indicato come autore dell'omicidio della giovane inglese. La condanna risulta già scontata, perché compresa nel periodo che la studentessa americana ha trascorso sotto custodia tutelare in carcere, prima di essere assolta dal verdetto d'Appello per l'accusa di omicidio. Nonostante le accuse di Amanda però Lumumba è risultato completamente estraneo ai fatti. La Suprema Corte ha quindi rigettato il ricorso presentato dai difensori della Knox per questo capo di imputazione.
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