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Corte d'Appello, Alberto Stasi condannato per detenzione di pedopornografia

Alberto Stasi

Il ragazzo di Garlasco, che ancora attende l'ultimo grado di giudizio per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, in possesso di 17 frammenti di un filmino pedopornografico

Marta Macchi
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Alberto Stasi è stato condannato per detenzione di materiale pedopornografico ritrovato all'interno del suo computer. Nel 2009 era stato ascoltato a Vigevano, in udienza preliminare, con la doppia accusa di detenzione e divulgazione di materiale porno minorile. Il ragazzo di Garlasco, assolto in Appello per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi avvenuto il 13 agosto 2007, era stato prosciolto per il reato di divulgazione di filmati hard ma rinviato a giudizio riguardo la detenzione. La Corte d'Appello oggi ha espresso la pena in trenta giorni di carcere, convertiti in 2.540 euro di multa. Stasi era in possesso di 17 frammenti facenti parte di un filmino pedopornografico. Il tribunale ha anche confermato l'interdizione dagli incarichi nelle scuole e in qualsiasi attività a contatto con minori. I legali del'ex bocconiano sono a lavoro per confutare la decisione della Corte d'Appello secondo l'inammissibilità dei ricorsi presentati dalla procura generale di Milano e dalla parte civile. Uno dei suoi avvocati, Angelo Giarda, che aveva chiesto l'assoluzione totale per il suo cliente ha fatto sapere che presenterà ricorso presso la Suprema Corte: il processo è previsto in data 5 aprile. L'omicidio di Chiara Poggi - Come detto, Stasi è stato assolto in Appello per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, crudelmente assassinata nella sua abitazione all'età di 26 anni e per il quale non è stato trovato ancora nessun colpevole. Per l'accaduto Alberto sta ancora attendendo il processo di Cassazione nel quale, come sperano la rappresentante della procura generale Laura Barbaini e la famiglia Poggi, il verdetto potrebbe essere ribaltato. Secondo i difensori del 30enne entrambi i ricorsi sono inammissibili perché ritenuti troppo generici dal momento che non si soffermano sulle motivazioni per cui sarebbe illogica la sentenza della corte d'Appello. La legge prevede infatti che l'ultimo grado di giudizio possa essere richiesto solo in "mancanza, illogicità o contraddittorietà della motivazione". I legali di Stasi sostengono inoltre che in diversi punti il ricorso esuli dall'oggetto della sentenza di secondo grado soprattutto per quanto riguarda la presenza di sangue sui gradini di casa Poggi, elemento su cui i legali della parte civile fanno molta leva. Per riuscire nel loro intento gli avvocati del giovane stanno preparando una memoria, circa 250 pagine, con la quale chiedono l'inaccettabilità dei ricorsi.

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