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Processo Eternit, chiesti 20 anni per gli imprenditori. Il pm: "Tragedia mai vista"

L'accusa guidata da Guariniello chiede pene più pesanti per Schmidheiny e De Cartier, condannati in primo grado a 16 anni: "Precisa volontà di nascondere i pericoli cancerogeni"

Giulio Bucchi
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Vent'anni di carcere per Stephan Schmidheiny e Louis De Cartier: sono le pene chieste mercoledì mattina dal pm Raffaele Guariniello, affiancato dai sostituti Gianfranco Colace e Sara Panelli e dal pg Ennio Tommaselli, per i due imputati nel processo di appello Eternit che si sta celebrando a Torino. Il magnate svizzero e il barone belga, imputati per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche negli stabilimenti italiani del gruppo che produceva cemento-amianto, erano stati condannati in primo grado a 16 anni di carcere.  Il pm Guariniello ha chiesto alla Corte di appello di Torino di condannare a 20 anni Schmidheiny e De Cartier anche in relazione ai siti di Bagnoli e di Rubiera, riformando così la sentenza di primo grado. Perché, ha detto, "riteniamo di avere la prova che a Bagnoli e a Rubiera il disastro ci sia e sia ancora in corso".  Guariniello: "Una tragedia mai vista" - Nella sua requisitoria Guariniello ha definito il caso Eternit "una tragedia immane e sconvolgente". "E' un disastro - ha detto - che continua a colpire, che si sta consumando a danno di tutti noi, non solo dei lavoratori". Il pm, dopo aver elencato grandi disastri quali le tragedie della Thyssen, di Sarno, di San Giuliano, ha aggiunto: "Una tragedia come questa, però, non l'ho mai vista. Una tragedia che continua a seminare morti, consumata in tutto il mondo sotto un'unica regia, senza che nessun tribunale al mondo abbia finora mai chiamato a risponderne i responsabili". Secondo il magistrato gli imputati, ai quali contesta il "dolo eventuale", hanno "dimostrato una capacità di delinquere in presenza di ingenti risorse economiche" e sono stati "mossi da una precisa volontà di nascondere la cancerogenicità dell'amianto, con la volontà precisa non di dismetterne la produzione ma di proseguire con l'attività".    

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