Rai, sprechi e spese pazze: dopo Vieri nel mirino anche Fazio e Annunziata
Programmi spendaccioni e cachet esorbitanti: la Corte dei Conti vuole vedere chiaro nei conti di viale Mazzini
di Alessandra Menzani Finalmente qualcuno se ne è accorto. Ha notato quanto fossero strani, se non illegittimi, certi utilizzi del denaro dei contribuenti per pagare programmi o cachet della Rai, la televisione pubblica. Dopo campagne giornalistiche, esposti ma anche commenti dettati dal semplice buon senso, un organo pubblico farà luce sugli sperperi di Viale Mazzini. O almeno parte di essi. Sotto la lente di ingrandimento c'è al momento il reality show di Raiuno Ballando con le stelle. Edizione 2011-2012. In particolare quei 600mila euro versati all'ex calciatore Bobo Vieri per partecipare al programma. All'epoca di Ballando c'era stata parecchia polemica, oggi azioni concrete. I magistrati della Corte dei conti stanno verificando se sul casting del programma vi è stato o meno uno sperpero di denaro degli italiani. L'indagine tocca il cachet stellare destinato a Vieri: 800 mila euro inizialmente pattuiti, che poi sarebbero scesi a 600 mila. La Rai parla di una cifra inferiore, «solo» 450 mila euro. Comunque un'enormità se si pensa che per artisti veri sono state sborsate somme inferiori. Ma questo è un altro discorso. La polemica In un momento di austerity per tutto il Paese, Rai compresa, leggere che l'ex fidanzato di Elisabetta Canalis riceva cifre simili per sculettare in tv, con tutto il rispetto, è inammissibile. I nuovi vertici Rai non sembrano turbati per le verifiche della Corte dei Conti (anche perché ne andrebbe di mezzo l'amministrazione precedente) mentre Milly Carlucci, conduttrice e direttore artistico della trasmissione è preoccupata e si chiude nel silenzio stampa. All'epoca del programma e della bufera sui soldi a Vieri, così si difendeva su Libero: «Siamo uno show che vive di star. Non è solo questione di ascolti. Bisogna vendere un prodotto. La Sipra prima di vendere la pubblicità chiede: chi c'è a Ballando?». E ancora: «Non utilizziamo un euro dal canone. È facile attaccarci. Come è facile attaccare l'Alta Moda, per esempio, perché vende capi costosi, ma se guardiamo dietro alle cose capiamo che sono mondi che danno da mangiare a tante persone. Ballando porta soldi, fa cassa: telepromozioni, pubblicità, iniziative commerciali. Tutto questo va nella busta paga dei lavoratori Rai, che non campano solo con il canone. I quindicimila operai della Rai chi li mantiene?». Le indagini della Corte dei Conti arrivano dopo l'esposto presentato ormai oltre un anno fa dal Codacons. «Compenso immorale, presenteremo un esposto» annunciava il presidente del Codacons Carlo Rienzi. Che oggi promette nuove battaglie: annuncia che porterà «al procuratore generale della Corte dei Conti un corposo dossier di oltre 200 pagine, contenente tutti gli sprechi di risorse pubbliche all'interno della Rai e chiederemo di estendere l'inchiesta a 360 gradi». Secondo il Codacons «ci sono degli episodi “emblematici” per i quali si rende necessaria una approfondita indagine da parte della magistratura contabile. Tra questi spiccail caso della trasmissione di Radio Raiuno Italia: Istruzioni per l'uso di Emanuela Falcetti, chiusa nel 2011 senza alcun motivo e sostituita con il programma Prima di tutto (all'interno del quale lavorerebbe una giornalista secondo alcuni troppo «vicina» al direttore Antonio Preziosi), con conseguente crollo degli ascolti». «C'è poi il caso dei compensi elargiti a Paolo Bonolis e Roberto Benigni», si legge, «per il Festival di Sanremo 2009 (secondo indiscrezioni 1 milione di euro al primo e per Benigni la cessione dei diritti delle sue partecipazioni sulla rete pubblica, valutati tra i 350mila euro e i 2 milioni di euro)». Il dossier conterrebbe una serie di programmi flop dal costi elevati: Balls of steel, Votantonio, Wild West, Star Academy, tra gli altri. E gli appalti esterni: da Che tempo che fa di Fabio Fazio a In mezz'ora di Lucia Annunziata