Cerca
Cerca
+

Trattativa Stato-mafiaMancino e Dell'utri a processocon i boss della mafia

Il gip ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio della procura di Palermo: "Gli imputati hanno agito per turbare la regolare attività dei corpi politici dello Stato"

Matteo Legnani
  • a
  • a
  • a

  Tutti sul banco degli imputati, capimafia e rappresentanti delle istituzioni. Lo ha deciso il gup Piergiorgio Morosini, al termine dell'udienza preliminare per la vicenda della trattativa Stato-mafia. Il giudice ha accolto le richieste della Procura di Palermo rinviando a giudizio Salvatore Riina, Leoluca Bagarella e Antonino Cinà insieme all'ex ministro Nicola Mancino, al senatore Pdl Marcello Dell'Utri e agli ex vertici del Ros dei carabinieri: i generali Mario Mori e Antonio Subranni e l'ex colonnello Giuseppe De Donno. Nel processo, che si aprirà il 27 maggio, saranno imputati anche il pentito Giovanni Brusca e Massimo Ciancimino, il figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo che nel 2008 aveva aperto con le sue dichiarazioni l'inchiesta sulla trattativa. "Gli imputati hanno agito per turbare la regolare attività dei corpi politici dello Stato Italiano e in particolare del governo della Repubblica" è l'accusa mossa dal pool che fino a ottobre è stato coordinato dall'ex procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, composto  dai sostituti Nino Di Matteo, Lia Sava, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia. Solo l'ex ministro Mancino risponde di falsa testimonianza. Ciancimino è accusato di calunnia nei confronti dell'ex capo della polizia Gianni De Gennaro. Nelle scorse udienze, il giudice aveva stralciato la posizione dell'ex ministro Calogero Mannino, che ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Resta al momento sospesa la posizione del boss Bernardo Provenzano, gravemente ammalato. Nelle registrazioni delle intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura sulle utenze di alcuni indagati, erano finite pure quattro conversazioni fra l'ex ministro Mancino e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, oggetto di un conflitto di attribuzione sollevato dal Quirinale. Dopo la decisione della Consulta, i pm hanno inviato gli audio dei dialoghi Mancino-Napolitano al gip, per la distruzione.  

Dai blog