Cerca
Cerca
+

Scandalo Montepaschi,suicida a Siena il capo comunicazione David Rossi

Eliana Giusto
  • a
  • a
  • a

  di Fosca Bincher lle 20,45 il tonfo. Dalla finestra del suo ufficio al Monte dei Paschi di Siena, si è lanciato nel vuoto David Rossi, il manager responsabile dell'area comunicazione. Un botto nel cortile interno di Rocca Salimbeni, che a quell'ora solo il portiere è riuscito a sentire. Subito la chiamata al 118, ma la corsa verso l'ospedale è stata inutile: Rossi era già morto. Nel cestino sotto la sua scrivania gli inquirenti hanno trovato solo un foglio accartocciato e una scritta a mano:  «Ho fatto una cavolata».  Entra così nel dramma l'inchiesta sulla banca rossa, che si tinge di sangue e mistero come i grandi scandali della finanza italiana. Furono i suicidi ad accompagnare lo scandalo Enimont, lo stesso dramma esplose nella vicenda del Banco Ambrosiano. Il mistero del suicidio di Roberto Calvi, certo. Ma anche un suicidio che sembra identico a quello di ieri a Siena. Era il 17 giugno 1982 quando dopo un misterioso consiglio di amministrazione del Banco Ambrosiano cui era stata chiamata a partecipare la segretaria di Calvi, Graziella Corrocher, si lanciò dalla finestra della sua stanza al quarto piano della banca. Rossi aveva 51 anni, una compagna, Antonella, e due figli (una, Carolina, veniva dalla precedente unione di lei). Dal 2006 guidava la comunicazione della Banca. Iniziò a fianco dell'ex sindaco di Siena, Pierluigi Piccini, alla fondazione Monte dei Paschi. Fu chiamato alla banca da Giuseppe Mussari, che era stato suo compagno di università. Con Mussari non c'era solo un rapporto di lavoro, ma un'amicizia. Era uno dei due amici «del cuore» di Rossi: l'altro era David Taddei, ultimo portavoce del sindaco uscente di Siena, Franco Ceccuzzi. Con Taddei i due David avevano costituito anche una società di comunicazione, la Freelance (poi sciolta quando entrambi trovarono lavoro da dipendenti).  Con Mussari Rossi divideva non solo il lavoro, ma anche il tempo libero: la domenica si frequentavano le due due famiglie, spesso andavano allo stadio insieme a vedere il Siena, ogni tanto una sciata sull'Amiata dormendo a casa di David a Badia San Salvatore. È in quella amicizia - che superava perfino le divisioni contradaiole (David era della Lupa, Mussari dell'Istrice) che probabilmente si trova la chiave del dramma di ieri sera. L'inchiesta su Mps aveva portato a una perquisizione della casa e dell'ufficio di Rossi una decina di giorni fa. I giornali avevano scritto che non era indagato, e solo persona informata dei fatti, ma una perquisizione non viene mai fatta a un testimone. Rossi aveva paura, tanta. E qualcosa aveva detto ai magistrati quando era stato ascoltato. Quel verbale era stato segretato. Aveva parlato anche di Mussari, e non solo della loro amicizia. Dell'amico conservava anche tutti i segreti professionali, e Rossi sapeva molto di quello che era avvenuto con l'operazione Antonveneta. Forse si è pentito di quel che aveva dichiarato, forse ha avuto paura di quello in cui era stato coinvolto e che ormai stava emergendo dalle indagini. È in quel verbale la chiave del gesto drammatico di ieri sera.  

Dai blog