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Regione Umbria, spara e uccide un'impiegata Poi si toglie la vita

Ancora sconosciuta le cause del gesto, la Presidente Marini rientra da Roma

Lucia Esposito
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Si è suicidato dopo aver sparato contro due impiegate della Regione Umbria. Le donne, 51 e 57 anni, sono morte.  Dalle prime informazioni raccolte, sembra che l'uomo, armato di pistola, sia salito al quarto piano dello stabile, dove hanno sede gli uffici per la formazione e dopo avere gridato "mi avete rovinato" abbia cominciato a fare fuoco. Sul posto sono intervenute forze dell'ordine e sanitari. Il killer, 43 anni, Andrea Zampi,  è entrato lasciando i documenti all'ingresso, poi ha raggiunto il quarto piano dove ha compiuto la sua strage. Secondo le inidiscrezioni, l'uomo ha aperto il fuoco perché incolpava la Regione di avergli fatto perdere un finanziamento da 150mila euro. L'uomo avrebbe più volte dichiarato il proposito di "sistemare la questione".  Le vittime - Le vittime lavoravano all'ufficio assistenza sociale e sanità della Regione, in via del Broletto, a ridosso della stazione ferroviaria di Fontiveggie. Margherita Peccati aveva 61 anni e Daniela Crispolti 46. La prima, originaria di Città di Castello, era prossima alla pensione, mentre la 46enne, originaria di Todi, era impiegata precaria Una delle due donne è morta sul colpo, l'altra nonostante il tentativo dei sanitari di rianimarla, è deceduta poco dopo. La conferma arriva da alcuni investigatori presenti sulla scena del crimine. Appena appresa la notizia, la presidente della Regione, Catiuscia Marini  ha lasciato la direzione del Pd a Roma per rientrare a Perugia. Il presidente ora si trova in questura per dare conforto alle famiglie delle due donne uccise oggi, la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini. Marini, appena appresa la notizia, ha lasciato la direzione del Pd a Roma e ha raggiunto Perugia. In prima battuta, si è recata negli uffici del Broletto, dove è avvenuta la sparatoria. Poi si è spostata in questura per incontrare le famiglie delle due impiegate. Sgomento - Intanto a Perugia dopo la tragedia il mondo delle professioni si ferma per dare simbolicamente un abbraccio a chi ha perso la vita mentre lavorava. "Oggi una tragedia inaccettabile si è abbattuta sul lavoro pubblico. Due lavoratrici, due donne, di cui una giovane e precaria, sono rimaste vittime di un folle gesto di violenza perpetrato da un uomo, poi suicidatosi", affermano il segretario regionale della Cgil Umbria, Mario Bravi, e il segretario della Fp-Cgil, Vanda Scarpelli. "Nello stringerci attorno ai familiari delle due lavoratrici uccise - aggiungono - pur senza stabilire un rapporto meccanico con questo gesto di follia, ribadiamo l'esigenza di contrastare il crescente clima di criminalizzazione del lavoro pubblico, mettendo al contempo in atto tutte le azioni possibili e necessarie per combattere gli effetti sociali devastanti della crisi economica e arginare il clima di tensione montante nel Paese".  Tragedia per la crisi - Inatnto anche i criminologi indicano nella crsis e nella disperazione le cause del gesto di Zampi. "Un classico caso di mass murder, un fenomeno molto diffuso negli Stati Uniti ma non finora in Italia". Così Vincenzo Mastronardi, docente di psicopatologia forense all'Università La Sapienza di Roma, giudica l'omicidio-suicidio avvenuto a Perugia. "Un fenomeno - aggiunge - in aumento a causa della crisi e che appare destinato a peggiorare proprio per la situazione economica". "All'Università La Sapienza abbiamo condotto uno studio sui suicidi in Grecia e in Spagna - riferisce Mastronardi all'Agi - e abbiamo riscontrato una crescita a dismisura dei casi rispetto al periodo pre-crisi. Sono dati preoccupanti che hanno stupito anche noi".

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