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Cellino rifuta gli arresti domiciliari: andrà in comunità di recupero

Massimo Cellino

Il presidente del Cagliari esce dal carcere di Buoncammino "contro la sua volontà". Niente domiciliari "per non turbare la famiglia"

Marta Macchi
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Aglia arresti domiciliari, "contro la sua volontà". Il presidente del Cagliari Massimo Cellino, arrestato nelle scorse settimane per l'inchiesta sulla costruzione dello stadio Is Arenas, alla fine è stato trasportato fuori dall'istituto penitenziario di Buoncammino. Massimo riserbo sul luogo di trasferimento: secondo indiscrezioni Cellino, che in un primo momento si è opposto ai domiciliari preferendo restare in cella, sarebbe stato sistemato in una comunità di recupero a Villamassargia, in provincia di Carbonia Iglesias. Il suo avvocato Benedetto Ballero, comunque, ha precisato che il tutto è avvenuto, appunto, "contro la volontà" del presidente. Cellino non è voluto andare a casa sua, distante poche centinaia  di metri dal carcere, per non turbare la quiete della sua famiglia. Era  stato indicato anche il centro sportivo del Cagliari, ad Assemini, non ritenuto sicuro però dai magistrati.  Colpo di scena - La decisione di concedere i domiciliari agli arrestati (Cellino, il sindaco e l'assessore del Comune di Quarto) è arrivata, a sorpresa, dopo il colpo di scena di giovedì 28 febbraio, quando la Procura ha depositato alcune prove che dimostrerebbero un trasferimento di denaro dalle casse comunali a quelle dell'azienda che ha eseguito alcuni lavori per l'impianto sportivo. Le indiscrezioni parlano di 360mila euro di soldi pubblici riservati al Piano integrato d'area (Pia) Serpeddì-Is Arenas che, in realtà, sarebbero stati usati per realizzare alcune parti dello stadio. Il sindaco Mauro Contini e l'assessore ai Lavori pubblici Stefano Lilliu hanno lasciato il Buoncammino intorno a mezzogiorno.

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