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Per Bassolino e Iervolinomaxi multa per la monnezza: mezzo milione di euro a testa

I due ex sindaci di Napoli dovranno pagare per non aver utilizzato nella raccolta rifiuti dipendenti comunali regolarmente retribuiti

Matteo Legnani
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  Costa caro, lo scandalo rifiuti a Napoli, ai due ex sindaci del capoluogo campano Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino. La Corte dei conti li ha condannati entrambi a pagare una "multa" di 560.893,53 euro ciascuno  per non aver mai utilizzato nella raccolta dei rifiuti lavoratori comunali regolarmente pagati. Stessa somma dovranno pagare anche l'ex assessore al Comune di Napoli Massimo Paolucci, l'ex vicesindaco Riccardo Marone e l'ex assessore ferdinando Balzamo. Gli ex assessori Ferdinando Di Mezza e Gennaro Mola, le cui responsabilità sono state ritenute più gravi dovranno invece sborsare 1.402.233,83 euro. Nel dettaglio, i dipendenti comunali non impiegati per la raccolta della spazzatura napoletana sono i 362 dell'Ente di bacino numero 5, il cui territorio coincide con quello del Comune di Napoli. Pur disponendo di tanta manodopera da destinare alla raccolta dei rifiuti il Comune di Napoli, ritengono i giudici contabili, preferì fondare una società ad hoc, l'Asia, continuandoli a pagare inutilmente. Alcuni di questi lavoratori furono impiegati per la raccolta differenziata della carta prodotta dai soli negozi, ma disponevano di appena 50 mezzi, peraltro mal funzionanti, su ciascuno dei quali potevano trovare posto al massimo tre persone: in tutto 150 su un totale di 362.  

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