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I Servizi lanciano l'allarme:"Paese a rischio insurrezione"

Secondo il rapporto del Dis "Si prospetta il rischio di una intensificazione delle contestazioni nei confronti di esponenti del governo"

Nicoletta Orlandi Posti
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  "L'incremento delle difficoltà occupazionali e delle situazioni di crisi aziendale potrebbe minare progressivamente la fiducia dei lavoratori nelle rappresentanze sindacali, alimentare la spontaneità rivendicativa ed innalzare la tensione sociale, offrendo nuove opportunità di inserimento ai gruppi antagonisti già territorialmente organizzati per intercettare il dissenso e incalanarlo verso ambiti di elevata conflittualità". E' l'allarme lanciato dai Servizi nella Relazione 2012 sulla politica dell'informazione per la sicurezza. No Tav  - In un quadro di questo genere, spiegano gli analisti del Dis, "si prospetta il rischio di una intensificazione delle contestazioni nei confronti di esponenti del governo e personalità di rilievo istituzionale, nonchè rappresentanti di partiti politici e sindacati considerati non sufficientemente impegnati nella difesa dei bisogni emergenti". E in prospettiva persiste il pericolo che "un eventuale aggravamento dello scenario congiunturale, elevando i sentimenti di allarme nella popolazione, possa costituire fattore di aggregazione e generalizzazione del dissenso, favorendo l'azione delle frange che mirano alla radicalizzazione dell'offensiva sociale". "Dinamiche violente - si legge nella Relazione - hanno continuato a caratterizzare la mobilitazione contro l'Alta Velocità in Val di Susa, assurta negli ambienti antagonisti a modello esemplare di lotta: la protesta, già connotata in chiave ambientalista e antigovernativa, ha assunto una specifica valenza nell'ottica antirepressiva, a seguito dei numerosi arresti di attivisti no Tav".  "Un ruolo trainante", secondo gli 007, rivestono "le frange anarco-insurrezionaliste, principali protagoniste delle azioni radicali nella Valle, determinate ad alimentare la protesta contro la Tav superandone i limiti localistici per diffondere il 'conflitto' nei territori". Ed "ulteriori fermenti di lotta si registrano contro la linea Verona-Brennero, in Trentino Alto Adige, e la tratta Genova-Milano, nell'ambito del progetto denominato Terzo Valico per la linea Genova-Rotterdam. Ciò a testimonianza di una contaminazione dello schema contestativo anche in relazione ad altri interventi infrastrutturali che interessano il Paese. Si è confermato il ricorso ad azioni continue ma di 'bassa intensità', secondo una prassi (cosiddetta 'strategia di logoramento') ritenuta cautelativa per gli antagonisti, ma fortemente onerosa per l'azione di contrasto". Il ruolo degli anarco-insurrezionalisti - Per quanto riguarda l'eversione anarcoinsurrezionalista, segnala ancora la Relazione del comparto inteligence, il ferimento dell'amministratore delegato dell'Ansaldo Nucleare, a Genova il 7 maggio scorso, ''ha testimoniato l'innalzamento del livello della minaccia'' portata dalle formazioni clandestine aderenti alla FAI-Federazione Anarchica Informale. La risposta dello Stato si e' concretizzata durante l'anno ''in diverse operazioni di polizia giudiziaria nei confronti di realta' di settore, con l'arresto di numerosi attivisti anarco-insurrezionalisti, ivi compresi i militanti considerati responsabili dell'attentato di Genova''. Si registra ''da allora, una stasi operativa dellaFAI-Federazione Anarchica Informale (con l'eccezione di due azioni di scarso rilievo compiute a luglio ai danni di Istituti di credito di una cittadina laziale) con tutta probabilita' ascrivibile alla necessita', per gli 'affini' a quella progettualita' terroristica, di non evidenziarsi in una fase di accentuata pressione investigativa''. In considerazione tuttavia delle caratteristiche proprie dell'area, tradizionalmente non omogenea e aperta all'adozione di strategie di lotta diversificate, ''si ritiene che la minaccia rimanga potenzialmente estesa e multiforme, suscettibile di tradursi in una gamma di interventi''. Eventualita', segnala l'intlligence, ''che puo' comprendere sia attentati 'spettacolari' potenzialmente lesivi come quelli tradizionalmente messi in atto dai gruppi FAI-Federazione Anarchica Informale, sia iniziative di non elevato spessore ad opera di altre sigle eventualmente emergenti, non dotate delle medesime capacita' tecnico-operative, come anche attacchi non rivendicati, in linea con la visione classica dell'anarco-insurrezionalismo che individua nel compimento stesso del gesto e nella scelta dell'obiettivo la 'riconoscibilita'' della matrice''. Pericolo destra - “E' ipotizzabile un'intensificazione dell'impegno dell'area dell'estrema destra sul   sociale, cui potrebbe accompagnarsi una possibile recrudescenza della   conflittualità tra antagonisti di opposto segno ideologico, già degenerata nel recente passato in episodi di violenza”.  E' la  speciale attenzione che segnala la Relazione sulla politica   dell'informazione per la sicurezza. Sul versante internazionale, sottolinea la Relazione del comparto intelligence, “si sono consolidate ed ampliate le sinergie   con le formazioni europee di omologo orientamento ideologico,   finalizzate alla costituzione di un comune fronte identitario   connotato in chiave antiatlantica e filorussa”.“Crescente attivismo   'metapolitico' -prosegue il documento- hanno poi mostrato le   organizzazioni culturali (centri studio, associazioni, siti e giornali  telematici, periodici di geo-politica, case editrici) inserite nel   circuito internazionale della destra eurasiatista e filoislamica,   impegnate in una costante opera di propaganda a favore di un avvicinamento dell'Europa alla Russia”. L'attività dell'Aise ha posto in luce come il fenomeno   dell'estremismo di destra in ambito europeo profili “temibili derive   radicali negli stessi Paesi dell'area comunitaria”. Ciò anche in   ragione di una “vitale attività di proselitismo in direzione delle   fasce giovanili, rese ancor più influenzabili dagli effetti della   crisi economica in atto”. Dalla Spagna alla Russia, l'estrema destra europea  “sta tentando di disseminare le proprie ideologie islamofobiche,   antisemite e nazionaliste, finalizzate soprattutto alla tessitura di   relazioni transnazionali idonee alla creazione di un movimento   impegnato nella difesa del Continente da ogni 'contaminazione'”. L'universo dell'estrema destra europea, sottolinea la Relazione  annuale dell'intelligence, è una galassia variegata nella quale   confluiscono neonazisti, naziskin, bonehead, hammerskin, elementi   riconducibili a filoni musicali 'underground'o a talune tifoserie calcistiche presenti in vari Paesi europei, quali la Norvegia (ancora   scossa dalla strage compiuta da Anders Behring Breivik il 22 luglio   2011, con un bilancio di 77 morti tra Oslo e Utoya), la Grecia   (segnata dal successo elettorale del Partito oltranzista Alba Dorata,   per la prima volta in Parlamento), l'Ungheria, la Russia, la Germania,  la Gran Bretagna, la Svizzera, l'Austria, la Francia, la Spagna e   l'Italia.  Nel corso degli ultimi anni, inoltre, “si è assistito a una   crescente interazione tra i gruppi più radicali, come confermato   dagli incontri che ambienti neonazisti tedeschi hanno organizzato con   omologhi austriaci, spagnoli, svizzeri e scandinavi”. Un “ruolo di  rilievo ai fini della divulgazione di idee xenofobe nonchè   dell'attività di proselitismo/reclutamento è svolto da internet”, dove i militanti e i simpatizzanti d'area promuovono scambi di opinioni e manifestazioni. Le sinergie tra i gruppi di estrema destra,  segnala l'intelligence, “sono agevolate dall'assenza di legislazioni   omogenee nei vari Paesi interessati dal fenomeno, fattore che inibisce  un'efficace e coordinata azione di contrasto da parte delle Forze di polizia”.    

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