Schengen, cambia tutto: controlli obbligatori
Mentre a New York il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ieri sera, ha approvato all' unanimità una risoluzione che autorizza «tutte le misure» nella battaglia contro l' Isis, l' Unione europea corre ai ripari dopo le stragi di Parigi. Non è la fine della libera circolazione dei cittadini europei, ma sicuramente le decisioni prese ieri a Bruxelles per dare una «risposta comune» alla minaccia terroristica di matrice islamica blindano lo spazio Schengen. Il giro di vite dell' Unione europea è arrivato con la tensione alle stelle, mentre era in corso il blitz delle teste di cuoio in Mali nell' albergo occupato dai terroristi Isis. In Europa si cambia. Controlli «sistematici e obbligatori», scambio di informazioni tra i paesi e creazione del registro dei passeggeri aerei. Sono questi i tre pilastri della revisione dell' accordo di Schengen. Entro la fine dell' anno, ha spiegato il ministro degli Interni francese al termine della riunione straordinaria a Bruxelles, «la Commissione presenterà una proposta di riforma del codice delle frontiere» per rendere possibili i «controlli sistematici e coordinati sui cittadini europei che attraversano i confini esterni, in entrata o in uscita». È un «cambiamento epocale», ha sintetizzato Bernard Cazeneuve, «un rafforzamento pesante e grave dei controlli», secondo il ministro Angelino Alfano. Ieri «l' Europa ha dato una risposta alle richieste della Francia», perché, ha commentato il commissario Dimitris Avramopoulos, venerdì scorso «non è stata attaccata solo la Francia ma l' Europa intera, e la risposta doveva essere europea». CONTROLLI IMMEDIATI L' intensificazione dei controlli partirà «immediatamente», ma la modifica del codice è necessaria perché questi possano essere, appunto, «sistematici e obbligatori». Prevederanno in particolare la «consultazione obbligatoria» delle banche dati nazionali ed europee e in particolare il Sis, il Sistema di informazione di Schengen, che dovrà essere a questo scopo alimentato in modo costante e in tempo reale dalle autorità nazionali che provvedono alla registrazione di chi entra ed esce dai confini. «La nostra reazione collettiva deve essere implacabile - ha detto Cazeneuve che aveva chiesto la riunione straordinaria dopo gli attacchi della scorsa settimana proprio per discutere di queste misure - occorre uscire dalle promesse senza futuro, dagli indugi, dalle lentezze, altrimenti l' Europa si perderà». La Francia, che ha introdotto proprio una settimana fa i controlli alle sue frontiere con gli altri paesi, li manterra «fino a quando durerà la minaccia terroristica». Schengen prevede che ogni paese possa, per ragioni eccezionali di minaccia alla sicurezza intera, ristabilire i controlli ai confini, ma solo temporaneamente. La Francia lo aveva fatto, solo poche ore prima degli attentati, in vista della Conferenza sul clima Cop21, in programma dal 30 novembre prossimo a Parigi. Oltre ai controlli alle frontiere esterne, sicuramente la misura più immediatamente tangibile, i Ventotto hanno ieri hanno deciso di arrivare entro la fine dell' anno all' accordo sul «Pnr», ovvero lo scambio delle informazioni sui passeggeri dei voli aerei: manca l' accordo del Parlamento europeo, ma l 'obiettivo è che questi dati riguardino anche i voli interni allo spazio Schengen e che vengano conservati per almeno un anno. «È una misura di sicurezza che era forse giusto adottare un anno fa», ha affermato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Infine, sono state decise nuove misure per contrastare il traffico delle armi, e in particolare per la tracciabilità del percorso che seguono prima di arrivare nelle mani dei terroristi. COME FUNZIONA OGGI Lo spazio Schengen è composto da 26 paesi europei, di cui 22 membri dell' Ue. Dei 28, ne fanno parte 22 a eccezione di Gran Bretagna e Irlanda (opt-out), Cipro (l' isola è divisa in due dall' invasione della Turchia), Croazia (neo entrata nell' Ue), Bulgaria e Romania (via libera della Commissione ma veto di Germania, Olanda e Finlandia). Vi rientrano poi Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera.Dal 1995 (per l' Italia dal 1997) sono stati aboliti i controlli sistematici alle frontiere interne dei paesi aderenti (restano possibili controlli a campione) mentre sono obbligatori i controlli dei passaporti alle frontiere esterne. C' è poi il Sis (potenziato nel 2013, ora Sis 2), in base a cui potrebbero essere ora controllati tutti i cittadini Ue. È possibile, in caso di emergenza o di situazioni eccezionali (manifestazioni, eventi) reintrodurre previa informazione a Bruxelles i controlli obbligatori alle frontiere interne per un massimo di 30 giorni sino a due mesi. Sulla base di una valutazione del rischio in base a criteri abbastanza ampi sono anche possibili controlli mirati per assicurare che non ci siano minacce per la sicurezza. Giro di vite a Bruxelles: più scambi di informazioni e un registro dei passeggeri aerei. Scattano nuove misure contro il traffico d' armi E intanto le Nazioni Unite autorizzano «tutte le misure» contro l' IsisL' Ue blinda Schengen Controlli obbligatori in tutti i confini esterni. di Giulio Zannini