Missili nei cieli italiani. Il prefetto: come li abbatteremo
Il livello di allarme per le minacce terroristiche a Roma è sempre più alto dopo la strage di Parigi del 13 novembre scorso e l'ultimo rapporto dell'Fbi che ha indicato il Colosseo tra gli obiettivi più ad alto rischio attentato. Ed è solo di questa mattina l'ultimo caso che riguarda la Capitale, con un sospetto pacco bomba trovato alla stazione Lepanto della metro A che ha paralizzato per ore il già affannato sistema di trasporti pubblici romano. Un falso allarme che però fa da segnale allo stato d'animo riuscito a diffondere dalla ferocia islamista dei giorni scorsi: "Inutile illudersi - ha detto il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ripreso dal quotidiano il Tempo - ci siamo dentro fino al collo anche noi italiani. Ma la minaccia terrorista non deve sovrastarci, non lo dobbiamo permettere". I controlli - Inevitabilmente è aumentato il numero degli obiettivi ritenuti sensibili. Se prima il Viminale aveva predisposto una vigilanza più costante intorno ai grandi monumenti e agli edifici istituzionali, oggi è necessario proteggere anche i luoghi del quotidiano: dai teatri, agli stadi e le piazze. Il pericolo però può arrivare anche dal cielo: "Stiamo predispondendo un potenziamento dei sistemi din intercettazione dei droni e - ha chiarito - nelle condizioni che lo consentiranno anche di abbattimento". Un piano non privo di rischi per la stessa incolumità di chi vive nei centri abitati, come conferma lo stesso Gabrielli visto che: "la prima regola è che è fatto divieto di abbattere qualunque cosa voli sopra i centri abitati perché il danno sarebbe maggiore".