Cagliari, arabo aggredisce una donna e le fa ingoiare il crocifisso
Un episodio inquietante avvenuto in pieno centro a Cagliari getta una luce oscura sul fenomeno della convivenza tra immigrati e italiani all'indomani delle stragi di Parigi. Lunedì sera una donna, mentre passeggiava da sola in una delle zone più centrali della città, nel quartiere Marina (a poche centinaia di metri dalla sede del Consiglio regionale della Sardegna), è stata avvicinata da un uomo che le ha strappato con violenza una catenina dal collo. All'apparenza uno scippo, episodio odioso di microcriminalità alla quale, purtroppo, siamo abituati nelle nostre città. In realtà è la testimonianza resa dalla donna, Franca, 55 anni, che ha preferito mantenere l' anonimato con L'Unione Sarda, a dipingere uno scenario a tinte fosche. «Si è piazzato davanti a me, afferrando il crocifisso che avevo al collo - ha raccontato al quotidiano sardo -. In un primo momento ho pensato a uno scippo. Poi questa persona, uno straniero, ha cercato di ficcarmi in gola il ciondolo a forma di croce, accompagnando l'aggressione con parole in arabo. Stavo per soffocare, mi sono difesa e lui è scappato a piedi». Dunque l'obiettivo dell'aggressore, a quanto pare, era proprio fare ingoiare il simbolo religioso all' "infedele" italiana. La tesi non la sostiene la stampa di destra per fomentare l'odio razziale, perché la pista della matrice religiosa è quella seguìta dai carabinieri della compagnia di Cagliari che si sono immediatamente messi sulle tracce dell' uomo, probabilmente un magrebino, in base alla descrizione della vittima, fino ad ora senza successo. Di testimoni, infatti, nessuna traccia: «È durato pochi secondi - ha aggiunto la donna -. Non ho potuto urlare perché avevo la croce in gola. Ho riportato delle ferite e il dolore mi ha fatto reagire». A proposito di episodi di intolleranza religiosa ai danni di cristiani sul nostro territorio, va ricordato un episodio dello scorso maggio a Terni, protagonista un dodicenne senegalese che - secondo le accuse - sferrò un pugno alla schiena della compagna di classe perché indossava il crocifisso al collo. di Edoardo Cavadini