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Ratzinger e il Conclave: ha 17 voti per vincere e decidere il nuovo Papa

Dei 117 cardinali elettori Benedetto XVI ne ha nominati 67, contro i 50 di Wojtyla. Così orienterà la "fumata bianca"

Giulio Bucchi
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  di Franco Bechis   La maggioranza del conclave è in mano a Benedetto XVI. E lo è solo da poche settimane prima delle sue clamorose dimissioni dal soglio di Pietro. È solo con il concistoro del 24 novembre 2012 che all'interno del collegio dei cardinali con diritto di voto i più fedeli a Ratzinger sono diventati più numerosi degli avversari (quanto meno poco simpatizzanti per la linea ecclesiale di questo papato). Grazie a quelle sei ultime nomine i ratzingeriani sono diventati 61 su 117, e quindi gli «avversari» sono fermi a quota 56. È una maggioranza relativa, che potrebbe avere un peso sulla scelta del successore di Benedetto XVI. Ma non è sufficiente. Sono infatti in vigore per la prima volta le nuove regole volute proprio da Papa Ratzinger e inserite nella Costituzione di Giovanni Paolo II che impongono sempre una maggioranza di due terzi nelle votazioni. Anche negli altri conclavi era prevista una maggioranza «costituzionale», ma se non fosse stata raggiunta le votazioni non sarebbero andate avanti all'infinito, anche per non turbare oltremodo il popolo cattolico. Di fronte all'impasse le regole per l'elezione del Papa avevano previsto una sorta di ballottaggio fra i due papabili che avevano ricevuto più voti, e a quel punto sarebbe bastata la maggioranza assoluta dei presenti alle votazioni. Leggi l'articolo integrale di Franco Bechis su Libero in edicola oggi, mercoledì 13 febbraio    

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