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Aumentano i disoccupatie le paghe dei manager di Stato

I senza lavoro balzano all'11,2%, gli stipendi d'oro salgono di 9 mila euro

Nicoletta Orlandi Posti
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  di Sandro Iacometti Mentre la disoccupazione sale a livelli vertiginosi per i supermanager della Pubblica amministrazione  arriva la possibilità di mettere in tasca altri 9mila euro di retribuzione, in barba al tetto degli stipendi fissato con orgoglio da Mario Monti nel Salva Italia alla fine del 2011.  I dati diffusi ieri dall'Istat chiudono definitivamente il bilancio di un anno disastroso per i lavoratori italiani. Il tasso di disoccupazione a dicembre è arrivato a quota 11,2%, in rialzo di 0,1 punti percentuali su novembre e di 1,8 punti su base annua. Il tasso, calcolato su dati destagionalizzati e provvisori, resta ai massimi da gennaio 2004, inizio delle serie mensili, e dal primo trimestre '99, guardando alle trimestrali. In altre parole, è la peggiore performance del Paese di cui si abbia notizia negli ultimi 15 anni. A chi oggi dirà che la disoccupazione in realtà non è aumentata perché anche a novembre aveva registrato un valore dell'11,2% va ricordato che il dato di dicembre è 11,232, mentre quello del mese precedente era 11,173. Entrambi i valori sono stati arrotondati ad 11,2, ma in mezzo alle due percentuali identiche ci passa la sorte di migliaia di persone che da un mese all'altro sono finite in mezzo alla strada. Analizzando le differenze tra uomini e donne, il tasso di disoccupazione maschile, pari al 10,6%, cresce di 0,1 punti percentuali rispetto a novembre e di 1,9 punti nei dodici mesi. Quello femminile, al 12,1%, resta invariato a confronto con il mese precedente e aumenta di 1,6 punti su base annua. Quanto agli inattivi tra i 15 e i 64 anni, coloro che né hanno lavoro né lo cercano, aumentano dello 0,6% rispetto a novembre, ovvero di 81 mila unità. Il tasso di inattività si attesta così al 36,4%, in crescita di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali, ma in diminuzione di 0,6 punti su base annua. A dicembre 2012 il numero di disoccupati risulta pari a 2 milioni 875mila, in lieve aumento (+4mila) rispetto a novembre. Su base annua la disoccupazione cresce del 19,7%, ovvero di 474mila unità. Si tratta del dodicesimo rialzo consecutivo del 2012, anno in cui il numero dei senza lavoro in termini percentuali è cresciuto ogni mese a doppia cifra rispetto all'anno precedente, con picchi del 39,7% ad aprile e del 37,4% a giugno. Resta impressionante il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), che a dicembre è pari al 36,6%. Il tasso è in calo di 0,2 punti percentuali su novembre, ma aumenta comunque di 4,9 punti su base annua. I 15-24enni in cerca di lavoro sono 606mila. Con il dato dell'ultimo mese dell'anno l'Italia, secondo le rilevazioni di Eurostat, continua ad attestarsi su valori di disoccupazione giovanile nettamente superiori alla media Ue, che oscilla tra il 23,4% totale e il 24% dell'Eurozona. Complessivamente a dicembre 2012 gli occupati sono 22 milioni 723mila, in diminuzione dello 0,5% rispetto a novembre, ovvero di 104mila unità, e dell'1,2% su base annua, pari a un calo di 278mila persone. Nel frattempo, mentre gli italiani perdono il lavoro, quelli che ce l'hanno nella Pa, con posizioni di alta responsabilità si vedono aumentare un altro po' lo stipendio. Il tetto per il 2013 sarà infatti innalzato a 302.937 euro con un incremento del 3,1% rispetto al 2012. La Funzione pubblica ha infatti diffuso una circolare sui limiti retributivi nella quale si ricorda che questo è il trattamento annuale fissato per il primo presidente della Corte di Cassazione per il 2012. Il Ministero ha ricordato che l'adeguamento è fissato per legge e che questo non significa un aumento automatico delle retribuzioni dei dirigenti pubblici. La decisione della Funzione pubblica, inoltre, fa seguito alla decisione del ministero della Giustizia di ricalibrare la retribuzione del primo presidente della Cassazione alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il controbuto di solidarietà del 5% sopra i 95mila euro e del 10% sopra i 150mila.  Sta di fatto che mentre per i dipendenti “normali” della pubblica amministrazione resta in vigore il blocco dei contratti, così come nessun adeguamento dell'assegno sarà disposto per le pensioni oltre tre volte il minimo (1.486 euro lordi al mese), i supermanager avranno invece una sorta di adeguamento all'inflazione (che in media nel 2012 si è attestata intorno al 3%) dello stipendio. Nel 2011, infatti, il trattamento (usato come riferimento per il limite ai compensi per il 2012) era fissato a quota 293.658 euro. «Le alte amministrazioni dello Stato predicano bene ma razzolano male», dice Giovanni Faverin, segretario generale del pubblico impiego della Cisl, «è scandaloso che esistano meccanismi che aumentino del 3% il compenso dei dirigenti che prendono 10 volte tanto lo stipendio medio del lavoratore del pubblico impiego e che nessuno delle coalizioni che si presenta alle elezioni inserisca nei programmi una seria riflessione sul rinnovo dei contratti». twitter@sandroiacometti  

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