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La signora Carminati, assunta dalla coop rossa per il mutuo

Eliana Giusto
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Per farsi concedere il mutuo dalla banca e "giustificare" così l'acquisto della villa di via Monte Cappelletto a Sacrofano, il boss Massimo Carminati ha bisogno che la sua prestanome - la convivente Alessia Marini - abbia un contratto di lavoro. Nessun problema. Ci pensa la coop rossa di Salvatore Buzzi ad assumerla. Riporta il Fatto quotidiano: un mese dopo il desiderio di Carminati è esaudito: la signora Marini firma il contratto. Lui commenta: "Adesso mi prendo una busta paga alta per il mutuo".  Alta tensione - La villa di proprietà della signora Cristina De Cataldo ha però un difetto: un traliccio dell'alta tensione che dice Carminati: "Chi entra là e lo vede e sente quel rumore dice: è stato un piacere. Io me so spaventato...". Problema che il boss riesce però a risolvere: "Forse c'ho la mossa per leva' il traliccio", rivela ad un amico: "c'ho l'uomo in Acea, senti quanto vuole". La De Cataldo ignora di trattare con un boss - "se sapeva chi ero je pijava un infarto" - e chiude a 500mila euro. Carminati le dà un anticipo di 20mila euro in contanti, poi altri 147mila dal mutuo, il resto da contanti e nero. La ristrutturazione - Ovviamente la villa va sistemata. Ma anche in questo caso nessun problema. Carminati "utilizza risorse drenate dalle cooperative riconducibili a Buzzi". Il tutto avviene emettendo fatture che che vengono giustificate come "prestazioni lavorative" per il "campo nomadi di Castel Romano".  

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