Jobs Act, chi era in Cgil ma ha votato. E la Camusso tace
Il Jobs Act è passato alla Camera. Il 25 novembre, Montecitorio ha destituito il testo sulla riforma del lavoro senza ricorrere al voto di fiducia, con 316 favorevoli e 6 contrari. E tra questi 316, come riporta il sito Popoff, ci sono tanti nomi che in passato erano tra le schiere dei sindacalisti di Cgil, in prima fila contro l'abolizione dell'Articolo 18. Una contraddizione che non può passare inosservata. Chi sono i voltagabbana - Il 12 dicembre la Cgil chiederà a milioni di lavoratori di rinunciare a 8 ore di salario per scioperare contro il jobact, mentre tutti gli ex dirigenti della Cgil, eletti con il PD, hanno votato a favore della riforma a cui i sindacalisti si ribellano. Guglielmo Epifani è stato il predecessore, nonchè l'elettore, di Susanna Camusso; Cesare Damiano é stato invece vice segretario della Fiom, mentre Valeria Fedeli, vice presidente del senato, è stata segretaria generale della Filtea Cgil, la Federazione Italiana Lavoratori Tessili. Assieme a loro molti altri dirigenti di categorie e strutture confederali meno conosciuti, in qualità di parlamentari del PD, hanno di fatto votato il Jobact. Un fatto politico che mette in evidenza un comportamento contraddittorio di alcuni politici che mettono in cattiva luce quei principi fino a poco prima condivisi. E la Camusso, nonostante sia ben consapevole di chi ora sta remando contro quei valori, sostenuti per molto tempo, tace, ignorando il voto in parlamento di colui che chiamava "capo" quando era in Cgil.