Nessun nuovo aeroportoCon Monti è crescita zeroanche nei cieli italiani
Approvato il Piano nazionale: non si faranno gli scali di Viterbo e Grazzanise, in un limbo quello di Comiso, pronto da anni ma mai entrato in funzione
Non c'è nulla da fare. La crescita e lo sviluppo non sono nelle corde di questo governo. E così sarà anche per gli aeroporti italiani, visto che il Piano nazionale approvato oggi dal ministro dello Sviluppo Corrado Passera non prevede la realizzazione di alcun nuovo scalo sul territorio nazionale. Non ci sarà Grazzanise in Campania e non ci sarà Viterbo nel Lazio. Resta in un limbo l'aeroporto di Comiso (nel sud della Sicilia), già bell'e pronto con tanto di pista e terminal ma mai entrato in funzione E pensare che il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Ciaccia ha osato dire che "il piano porpone un modello di sviluppo aeroportuale di grande respiro". Sono complessivamente 31 gli aeroporti di interesse nazionale individuati dal nuovo piano di riassetto del sistema varato oggi dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera. Questi scali sono raggruppati sotto tre grandi categorie: aeroporti inseriti nella core network, considerati di rilevanza strategica a livello Ue; aeroporti inseriti nella comprehensive network e aeroporti non facenti parte delle reti europee. Questi, nel dettaglio, gli aeroporti di interesse nazionale. Si comincia da quelli inseriti nella Core Network, considerati di rilevanza strategica a livello Ue in quanto pertinenti a città o nodi primari, e sono Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia. Il secondo gruppo è quello degli aeroporti inseriti nella Comprehensive Network, che, vede, a sua volta, al suo interno, tre ulteriori sottogruppi. Ci sono gli scali con traffico superiore a 1 mln di passeggeri annui: Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso, Verona; gli scali con traffico superiore a 500mila passeggeri annui e con specifiche caratteristiche territoriali (unicità nell'ambito regionale o servizio a un territorio di scarsa accessibilità): Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste. Ci sono poi gli aeroporti indispensabili per la continuità territoriale: Lampedusa, Pantelleria. Il terzo gruppo, cioè quello degli aeroporti non facenti parte delle reti europee, comprende gli scali con traffico vicino al milione di passeggeri e con trend in crescita: Rimini; scali destinati a delocalizzare traffico di grandi aeroporti: Salerno. Per questi scali, spiega il ministero delle Infrastrutture, è previsto sia il mantenimento della concessione nazionale, sia la soluzione delle criticità relative al rilascio della concessione in gestione totale, ove essa sia mancante. Gli aeroporti di interesse nazionale potranno inoltre essere interessati da un programma di infrastrutturazione che ne potenzi la capacità, l'accessibilità, l'intermodalità, a partire da Roma Fiumicino (realizzazione di una nuova pista, potenziamento delle aree di imbarco e dei Terminal), Malpensa e Venezia (miglioramento dell'accessibilità delle strutture e della interconnessione con l'alta velocità). Il potenziamento di diversi altri scali è previsto nel medio-lungo periodo. Nel nostro Paese sono attualmente operativi 112 aeroporti, di cui 90 aperti al solo traffico civile (43 aperti a voli commerciali, 47 a voli civili non di linea), 11 militari aperti al traffico civile (3 scali aperti a voli commerciali, 8 a voli civili non di linea), 11 esclusivamente a uso militare.