Drammatica denuncia della compagna"Bevilacqua malato è sequestratoin clinica. Aiutatemi"
Lo scrittore è stato ricoverato tre mesi fa, avrebbe bisogno di cure, ma la struttura privata non autorizza il trasferimento
Malato e sequestrato in una clinica che, oltre a farsi pagare 3mila euro al giorno, neanche lo cura. Dopo tre mesi le condizioni di Alberto Bevilacqua sono gravi e la compagna Michela Macaluso è dovuta ricorrere a una denuncia alla Procura per far trasferire d'urgenza il romanziere in un ospedale. La vicenda, raccontata da Ilaria Sacchettoni sul Corriere della Sera, è drammatica: lo scrittore era entrato a Villa Mafalda, a Roma, per uno scompenso cardiaco. Adesso, tre mesi dopo, le sue condizioni sono fragilissime e a rischio di un'infezione alle vie respiratorie che avrebbe contratto in clinica e che comprime le funzioni vitali. Avrebbe bisogno di cure urgenti e non più prorogabili, ma secondo la denuncia della signora Macaluso, "i medici di Villa Mafalda continuano a trattenerlo violando il protocollo scientifico che prevede di trasferire il paziente nella struttura pubblica meglio attrezzata per le cure specifiche", spiega l'avvocato Zaccaria che assiste la Macaluso. Il problema è che la Macaluso non è la moglie e quindi la sua richiesta di trasferimento non ha valore legale. A quanto pare Bevilacqua avrebbe solo una parente a Parma che neanche sa delle sue condizioni. Conto salato - A completare il quadro di questa tribolata degenza c'è il conto che la clinica ha presentato a Bevilacqua. La retta per i tre mesi di ricovero, rivela Ilaria Sacchettoni, è pari a 640 mila euro dei quali 120 mila già sono stati versati. La Procura ha aperto un'inchiesta. I Nas hanno già provveduto a sequestrare le cartelle cliniche, i documenti di ricovero e le relazioni dei sanitari. Secondo l'avvocato Zaccaria "si potrebbe configurare il reato di omissione d'ufficio". E' presto per dirlo. Ora l'urgenza è un'altra. La replica di Villa Mafalda - La Direzione della casa di cura Villa Mafalda, ove è ricoverato Alberto Bevilacqua, difende, in una nota, la correttezza dell'operato dei sanitari che hanno in cura lo scrittore sottolineando in particolare che lo scrittore era stato ricoverato ad ottobre "in condizioni disperate" e "solo grazie alla perizia dei sanitari e all'adeguatezza della struttura il paziente è ancora vivo", respingendo qualsiasi accusa di violazione di protocolli sanitari, affermando che la terapia in corso è concordata con la famiglia dello scrittore e con il consulente medico della sua compagna e che il paziente non è affatto trattenuto nella clinica. "Le terapie sono state prestate sempre in accordo con la sorella, Anna Bevilacqua, con la signora Macaluso e addirittura il consulente medico di quest'ultima, il professor Mauro Cacciafesta, che ha confermato l'adeguatezza delle terapie prestate consigliando di continuare lo stesso iter terapeutico. Non è stato violato alcun protocollo. La clinica non sta trattenendo in alcun modo il professor Bevilacqua, il paziente si trova ricoverato per espresso desiderio della famiglia. Villa Mafalda si riserva di tutelarsi in tutte le sedi opportune per dimostrare la completa infondatezza di quanto dichiarato dalla signora Macaluso", conclude la nota.