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Strage di Erba, stop all'isolamento in carcere per Rosa Bazzi e Olindo Romano. I legali: "Sono innocenti, riapriamo il processo"

Giulio Bucchi
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Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all'ergastolo per la strage di Erba, hanno terminato ai primi di giugno i tre anni di isolamento rispettivamente nel carcere di Opera e Bollate dove sono reclusi dal 10 gennaio 2007. L'11 dicembre 2006 la coppia ha ucciso a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna, il figlio di due anni Youssef Marzouk, la nonna del bambino Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, mentre il marito di quest'ultima Mario Frigerio si è salvato perché creduto morto dai due assassini. Dopo la strage, Rosa e Olindo hanno incendiato l'appartamento. "Molti credono in loro" - Dal 3 maggio 2011, data in cui la loro condanna è diventata definitiva, spiega uno dei loro legali, l'avvocato Fabio Schembri, "hanno ricevuto centinaia e centinaia lettere di solidarietà da tutta Italia da parte di persone che credono nella loro innocenza e chiedono come possano aiutarli". Missive a cui "Olindo, più di Rosa, risponde personalmente, mantenendo poi spesso una corrispondenza con chi gli scrive". "Sono in tanti a credere in loro - afferma Schembri - addirittura qualche tempo fa un signore mi ha contattato in studio dicendo che aveva preparato un copione teatrale innocentista sulla vicenda". Così passano le loro giornate - Con la fine dell'isolamento, chiarisce Schembri, "Olindo e Rosa possono partecipare alle ore di socializzazione in carcere". Nel corso della detenzione, i coniugi si dedicano ad alcune attività per trascorrere il tempo, come il lavoro nell'orto per Olindo e la sartoria per la moglie. L'uomo si è anche inventato una dama a tre con un'apposita scacchiera della quale ha realizzato alcuni disegni. La coppia s'incontra tre volte al mese per due ore e, stando a quanto riferisce Schembri, "gode di buona salute compatibilmente col regime carcerario". "Riaprire il processo" - I legali di Rosa e Olindo stanno ora lavorando alla richiesta di revisione del processo e contano che "in un paio di mesi - spiega all'agenzia Adnkronos l'avvocato Schembri -, a novembre o comunque entro l'anno di presentare i nuovi elementi raccolti sul caso" alla Corte d'Appello di Brescia. Un insieme di atti, testimonianze, nuove indagini a cui Schembri lavora insieme alla collega Luisa Bordeaux e al professore Nico D'Ascola, il trio che difesa la coppia nel procedimento di secondo grado. La testimonianza dell'unico sopravvissuto Frigerio fu una delle prove decisive, a dire dell'accusa, per dimostrare la colpevolezza dei coniugi Romano. Azouz Marzouk, marito di Raffaella e padre di Youssef, in più occasioni disse di non essere certo della colpevolezza di Olindo e Rosa. Mai nessun dubbio invece per la famiglia Castagna e per Frigerio. 

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