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Modena, rubato da una chiesa il capolavoro del Guercino. Vittorio Sgarbi: "Danno da 6 milioni di euro"

Giulio Bucchi
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Un furto in chiesa da 6 milioni di euro a Modena: dalla chiesa di San Vincenzo, in pieno centro, è stata trafugata la preziosissima pala d'altare firmata dal Guercino, la Madonna con i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo, un olio su tela di quasi tre metri per 1,80 metri. Il capolavoro del pittore emiliano del Seicento era rientrato pochi giorni fa dal prestito alla Reggia di Venaria Reale di Torino per una mostra. Si tratta del più grave della serie di furti di cui sono state vittima molti luoghi di culto modenesi nelle ultime settimane: da Polinago a Formigine, da Fiorano a Frassinoro molte chiese di campagna sono state saccheggiate di calici e arredi sacri. Ma il furto del Guercino è un'altra cosa. Sgarbi: "Perché non c'era l'allarme?" - "In quella chiesa non c'era un sistema d'allarme - denuncia il critico d'arte Vittorio Sgarbi -, com'è possibile che la soprintendenza abbia permesso che un'opera così preziosa rimanesse lì senza sicurezze?". Dito puntato, dunque, sulle gravi responsabilità della soprintendenza, che però si difende: "Ci sono problemi enormi di economia e di risorse per tutelare l'immenso patrimonio artistico del nostro territorio. Magari avessimo le risorse per mettere l'allarme ovunque". Secondo Sgarbi, come riporta l'HuffingtonPost, è improbabile si tratti di ladri d'arte, professionisti nel "piazzare" la refurtiva sul mercato nero dei collezionisti: "Non ci può essere un committente, nessun museo e nessun privato la comprerebbe mai - spiega -, secondo me questo furto può essere solo opera di una banda di stranieri inconsapevoli, gente che non sa nulla delle leggi di mercato e che forse pensa di chiedere un riscatto".

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