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Feltri: vi dico perché è giusto che la Franzoni torni a casa sua

Lucia Esposito
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Vittorio Feltri è da sempre stato critico rispetto a quelli, stampa, giudici, opinione pubblica che hanno condannato subito Annamaria Franzoni senza se e senza ma. Così il giorno dopo la decisione dei giudici di mettere ai domiciliari la mamma di Cogne, l'editorialista del Giornale si pone un interrogativo che fa riflettere: e se la decisione fosse solo un modo per porre rimedio all'ingiustizia che è stata inferta a questa donna condannata dopo un processo indiziario? La Franzoni - sostiene Feltri da sempre - è stata condannata per esclusione, perché nessun altro avrebbe potuto uccidere il piccolo Samuele nella villetta di Cogne. "La detenuta, a poco più di un terzo della pena scontata, gode di una facilitazione notevole dovuta al risultato felice di una perizia a cui è stata sottoposta; npn è più socialmente pericolosa, non minaccia di reiterare il reato, è praticamente da ritenersi una brava persona incapace di fare del male. Completamente recuperata. Siamo contenti per lei ma ci poniamo una domanda: non sarà che la giustizia, avendo la coda di paglia per averla scaraventata in cella in assenza di prove, tenta adesso inconsapevolmente o consapevolmente di riparare un errore? Il sospetto è lecito infatti i processi indiziari suscitano sempre dubbi". Una decisione giusta - La conclusione del suo intervento è sferzante: "Non voglio dire che Annamaria sia innocente. Non lo so. Ma se anche fosse colpevole, è assurdo sia stata condannata sulla sorta di un'elucubrazione e non di prove certe. Il fatto che la signora torni a vivere in famiglia va pertanto salutato con favore.  Nessuno dica che è stata aiutata a cavarsela col minor danno. E' giusto così". 

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