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Nuova perizia sulla Franzoni: "Non c'è il rischio che uccida di nuovo"

Nicoletta Orlandi Posti
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Dopo dodici anni dal fatto, per Anna Maria Franzoni non c'è più il pericolo di recidiva. Dall'integrazione alla perizia psichiatrica a carico della 'mamma di Cogne' condannata per l'uccisione, nel 2002, del figlio Samuele, emerge infatti che «non vi sia il rischio che si ripeta il figlicidio, come descritto nella sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Torino». Infatti «una tale costellazione di eventi oggi non è più riscontrabile». E proprio questa integrazione alla perizia psichiatrica elaborata dal professor Augusto Balloni, perito dei giudici è al centro del dibattimento in corso questa mattina al tribunale della Sorveglianza di Bologna dove i giudici dovranno discutere sull'istanza di scarcerazione avanzata dai legali della Franzoni. La signora, detenuta al carcere della Dozza di  Bologna dal maggio 2008, tra indulto, anni già scontati e benefici della liberazione anticipata, deve ancora scontare meno di 6 anni. L'istanza degli avvocati è che possa farlo nella sua casa di Ripoli, frazione del Comune di San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna, accanto al marito Stefano Lorenzi e ai due figli di 19 e 11 anni. Dall'ottobre 2013 Franzoni, che già lavorava nel laboratorio di sartoria interno alla sezione femminile del carcere della Dozza, è stata ammessa anche al lavoro esterno presso la cooperativa 'Siamo qua' guidata da don Giovanni Nicolini.

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