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Yara, parla la moglie di Bossetti: "Non ricordo dov'era mio marito"

Ignazio Stagno
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La moglie inguaia Massimo Bossetti. Marita Comi ha un solo obiettivo: salvare i suoi figli da questo ciclone che si sta abbattendo sulla sua famiglia. Porta il peso di essere passata da moglie dell'uomo tutto casa e lavoro, a moglie del presunto assassino di Yara Gambirasio. Massimo Giuseppe Bossetti, il padre dei suoi tre figli di 13, 10 e 8 anni, nega di aver ucciso la tredicenne di Brembate Sopra. E ieri, giorno in cui il procuratore di Bergamo, Francesco Dettori, ha dichiarato: "Penso si possa andare a giudizio immediato", la moglie ha scelto di dare fiducia al marito. La Comi però non ha convinto gli investigatori. Anzi la sua testimonianza mette in seria difficoltà Bossetti. Dopo tre ore di interrogatorio, messa sotto torchio dagli inquirenti non ha fornito un alibi per il marito. "Gli credo, mio marito non è un assassino. Non è un pedofilo". È passata esattamente una settimana dal giorno del fermo, lunedì scorso. Le parole della moglie - Allora Marita aveva scagliato rabbia e dolore contro Ester Arzuffi, la mamma del suo Massimo Giuseppe colpevole ai suoi occhi di aver nascosto per 43 anni il segreto svelato dalla procura. Che cioè lui è quel figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, l'autista di Gorno, che tutti cercavano come il presunto killer di Yara. "Non ce l'hai detto. C'è il Dna. Hai rovinato la nostra esistenza", le aveva urlato. Ester ha negato e sfidato i test del Dna. E al marito, che giurava di essere andato a casa la sera dell'omicidio, Marita non aveva trovato un alibi immediato: "Quel 26 novembre del 2010 non ricordo dove fosse". L'alibi che non c'è - Ma a pesare sulla posizione di Bossetti sono le nuove dichiarazioni della moglie: "Non avevo notato nulla di strano, nessuno sbalzo d'umore, nessun atteggiamento diverso dal solito. Era quello di sempre, il marito dedito alla famiglia, ai figli, al suo lavoro. Ha un giro ristretto di amici, esce poco, non va al centro estetico a fare le lampade perché il sole lo prende in cantiere". Allora quel buco nero? "Che non lo ricordi non significa niente - ha voluto precisare - . Massimo faceva sempre le stesse cose, ma se tardava non ci facevo caso, perché se aveva dei lavoretti extra rincasava anche alle 9 di sera". 

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