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Crisi, diminuiscono anche separazioni e divorzi

Nicoletta Orlandi Posti
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Nel 2012 le separazioni sono state 88.288 e i divorzi 51.319. In un contesto in cui i matrimoni diminuiscono, rispetto al 1995 le separazioni sono aumentate del 68,8% e i divorzi sono quasi raddoppiati. Questo trend di crescita sembra tuttavia registrare una battuta d'arresto negli anni recenti. Nel 2012, infatti, sostiene l'Istat, per la prima volta le separazioni diminuiscono (-0,6%) mentre i divorzi già da qualche anno stanno registrando un calo (-5,8% in tre anni). In aggiunto a questa tendenza di fondo, negli ultimi anni si sta intensificando il ricorso da parte degli italiani allo scioglimento della propria unione coniugale in altri Paesi dell'Unione europea, riducendo così i tempi, e generalmente anche i costi, per l'ottenimento del divorzio e senza necessità di passare per la separazione. Nel nostro Paese, per i divorzi concessi nel 2012, l'intervallo di tempo intercorso tra la separazione legale e la successiva domanda di divorzio è stato pari o inferiore a cinque anni nel 62,3% dei casi. In altri Paesi europei, invece, la tempistica è molto più rapida: includendo l'intero iter amministrativo e burocratico, la sentenza di divorzio si ottiene in circa sei o sette mesi. Uno di questi Paesi è la Spagna, dove i divorzi che hanno riguardato cittadini italiani sono stati quasi 500 nel 2012 e circa 2.000 nell'ultimo quinquennio. Nel 1995 si verificavano in media circa 158 separazioni e 80 divorzi ogni 1.000 matrimoni, nel 2012 le separazioni sono 311 e i divorzi 174). Tuttavia, anche in questo caso si nota un arresto nella crescita della propensione a separarsi e un'inversione di tendenza in quella a divorziare rispetto al 2011. Problema casa - Per evidenziare le conseguenze della fine di un matrimonio sull'economia personale e in particolare sulla “questione casa”, Immobiliare.it ha recentemente commissionato all'Istituto di ricerca Demoskopea uno studio ad hoc al fine di capire come cambi la situazione dopo una separazione. Da questa indagine emerge che per oltre quattro separati su dieci la condizione finanziaria è nettamente peggiorata dopo la fine del matrimonio, tanto che tra coloro che hanno visto finire la loro unione da meno di dodici mesi, quasi sei su dieci dichiarano di abitare ancora sotto il tetto coniugale, anche assieme all'ex partner, e oltre uno su dieci è tornato a vivere con i genitori. Un fenomeno, quest'ultimo, che coinvolge in Italia a livello generale circa 167mila persone. Non solo: ben 227mila italiani continuano a pagare le rate del mutuo nonostante non vivano più nella casa coniugale.  Più consensuali - La tipologia di procedimento prevalentemente scelta dai coniugi è secondo il rapporto Istat quella consensuale: nel 2012 si sono chiuse con questa modalità l'85,4% delle separazioni e il 77,4% dei divorzi. Ma la litigiosità tra le coppie che decidono di porre fine alla loro unione matrimoniale si differenzia abbastanza sul territorio. Se al Centro poco più di una separazione su 10 si chiude con rito giudiziale (precisamente l'11,9%), questa proporzione sale a 1 su 5 per le separazioni nelle isole (il 20,3%) e addirittura a 1 su 3 per i divorzi in tutto il Mezzogiorno (33,4%). Prendendo in considerazione le sole separazioni giudiziali, il 71,4% di queste, rileva l'Istat, è concesso per intollerabilità reciproca della convivenza, il 23,3% con addebito al marito e il 5,3% con addebito alla moglie. Coppie miste - Nel 2005 sono state pronunciate nei tribunali italiani 7.536 separazioni riguardanti coppie miste di coniugi, contro 4.266 concesse nell'anno 2000, con un incremento pari al 76,7%. Successivamente, si è registrata una battuta d'arresto sia in valori assoluti che percentuali ma nel 2012 le separazioni hanno ripreso a salire raggiungendo il valore assoluto massimo, pari a 8.176 (9,3% di tutte le separazioni, percentuale simile a quella registrata nel 2000). La discontinuità nell'evoluzione di questa tipologia di separazioni è da mettere in relazione all'andamento che si riscontra nei matrimoni che coinvolgono un cittadino straniero e uno italiano. Quasi in sette casi su dieci (68,9%) la tipologia di coppia mista che arriva a separarsi è quella con marito italiano e moglie straniera (o che ha acquisito la cittadinanza italiana in seguito al matrimonio). Questo risultato appare strettamente connesso con la maggiore propensione degli uomini italiani a sposare una cittadina straniera. Anche per quanto riguarda i divorzi di coppie miste la tendenza è in crescita, anche se l'entità del fenomeno è piuttosto contenuta (4.584 nel 2012, pari all'8,9% del totale).

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