Mose, Pio Savioli: "Ho fatto favori a Zanonato"
Il compagno S., al secolo Pio Savioli, è uno degli indagati nell'inchiesta sul Mose di Venezia ed è considerato il collettore dei finanziamenti illeciti al Partito democratico, oltre ad essere accusato di corruzione e concorso in false fatturazioni. Nel luglio 2013 è stato arrestato per turbativa d'asta. Sino ad allora lavorava al Consorzio Veneto cooperativo (Coveco, legato alla Legacoop) e faceva parte del direttivo del Consorzio Venezia Nuova, concessionario per la costruzione delle dighe in laguna, un'opera da 5,5 miliardi, che per sprechi vari, secondo il calcolo «spannometrico», costerà 1,1 miliardi in più. Il Cvn, presieduto per lustri da Giovanni Mazzacurati, per i pm, avrebbe pagato mazzette e campagne elettorali a destra e sinistra. Almeno 600 mila euro sarebbero andati a esponenti del Pd. Una provvista che, per l'accusa, sarebbe stata accantonata dalle cooperative, complici del sistema, con false fatturazioni e persino con triangolazioni con l'estero. Il compagno S. nega che quei finanziamenti provenissero da fondi neri e sostiene che venissero versati al partito direttamente da Coveco. Regolarmente. Un giudice deciderà chi ha ragione. Nel frattempo Savioli è tornato nella sua casa di Carità (Treviso). Forse a godersi il piccolo gruzzolo di 100 mila euro che avrebbe ottenuto da una cooperativa, la Clea, che voleva entrare nei lavori del Mose.Racconta il suo legame con il partito e con Giampietro Marchese, l'ex segretario organizzativo del Pd veneziano arrestato nell'inchiesta sul Mose Ma soprattutto svela un favore da 20mila euro fatto a Flavio Zanonato, allora sindaco di Padova. Pronto Savioli la disturbo? Posso farle due domande? «Vedremo se le risponderò». Che cosa faceva nel Coveco? «Ero co.co.pro., un consulente». Quando ha conosciuto Mazzacurati? «Ventidue anni fa, quando sono entrato nel consiglio direttivo di Venezia nuova». Quando nasce il suo legame con Marchese? «Boh. Anni fa. Un rapporto amicale, punto e basta». I soldi che gli ha dato pensava di consegnarli a lui o al Partito? «Lo dirò agli inquirenti». Chi sono i suoi amici in politica? «Nessuno. Da un anno a questa parte non entro nemmeno in provincia di Venezia». Che dice dell'ex presidente della provincia Davide Zoggia (parlamentare ed ex responsabile Enti locali del Pd, ndr)? «Lo conosco a malapena. Ci salutavamo se ci incontravamo per strada». Ha trovato soldi per le campagne elettorali di Zoggia? «Questo è agli atti (dove i pm gli contestano un versamento di 40 mila euro, che lui nega: «Zoggia lo odio, mi sta sulle palle» ndr)». E Lino Brentan (ex assessore provinciale, arrestato nell'inchiesta ndr)? «Saranno dieci anni che non lo vedo. È di un paese che frequentavo anche io». Dunque il rapporto preferenziale era con Marchese? «Si vede che ci eravamo più simpatici. Ma niente di particolare. Ci vedevamo qualche volta». Come vi siete conosciuti? «Nell'ambiente della Lega delle cooperative, Mestre è un paese, ci si conosce tutti». Il Coveco è accusato di aver emesso false fatture. «Non posso rispondere». Lei è buon amico del commercialista Francesco Giordano, oggi agli arresti. «Sì, è un amico, l'ho conosciuto al Consorzio Venezia nuova». Le ha chiesto di asfaltare la piazza principale, Prato della Valle, a Padova. «Sì. Era una striscia di asfalto che doveva servire per una mini maratona». Lei, a verbale, dice che quei soldi non sono mai stati fatturati. «Sì, non sono mai stati fatturati». È stato Zanonato a chiedere questo favore? «Sì, ma non a me. Io ho solo trovato chi faceva quel lavoro al minor costo possibile». Zanonato si è rivolto a Giordano che l'ha chiesto a lei? «No. Ha saltato un passaggio». Giordano l'ha domandato a Mazzacurati. «Ecco». A Zanonato il favore lo avete fatto perché puntavate a costruire il nuovo ospedale di Padova, con il project financing? «No, questi sono i collegamenti che fate voi giornalisti. Si immagini un'operazione come quella dell'ospedale… quello è un piacere che è stato fatto punto e basta. Magari bastasse un'asfaltatura…». Lei a verbale afferma che era «una di quelle sponsorizzazioni che Mazzacurati faceva spesso di qua e di là» e quando i pm le chiedono quali siano i referenti politici del Cvn, risponde che con Zanonato «c'era un buon rapporto sul piano personale». «Confermo». Avete anche fatto una cena molto criticata in un ristorante stellato insieme con Mazzacurati. Con chi aveva questi rapporti personali in Cvn Zanonato? «Con tanta gente. Rapporti personali perché ci si conosceva da una vita, perché lavorava in una cooperativa, la Cles, tutto qua». L'asfaltatura a Padova la fa la Clea. Un'altra cooperativa aveva chiesto 100 mila euro, mentre a loro ne avete promessi 20 e non li avete ancora pagati. Che rapporti ha con il presidente di Clea, Zerbin? «Con Sandro, buoni». Coi magistrati ha dichiarato di aver cercato soldi per Marchese. «Ma era tutto regolare». Quindi non ha ammesso finanziamenti illeciti? «Non credo». L'unico contributo che ammette è quello per Marchese? «Gronf». Cosa ha detto? «Gronf, come nei fumetti. Per quanto mi riguarda sono passato dall'essere un povero mona a un super manager che lavora nell'ombra. Bisogna stare attenti a quello che si dice e si scrive. Certe cifre che avete riportato sono incredibili. Ci vuole misura nelle cose». A Marchese ha pagato la campagna elettorale del 2010? «Gronf». Dal punto di vista politico da che parte sta oggi? «Da nessuna». Per chi ha votato alle ultime elezioni? La chiamano tutti il compagno S. «Io ero di quella parte, ma il giorno che sono successe quelle cose un anno fa (il suo arresto ndr) ho dato le dimissioni». Dal partito? «Lo sapete. Ero iscritto e basta». Che cosa pensa di Matteo Renzi? Rappresenta ancora la sua parte politica? «Mi piace, ovviamente, fusse che fusse la vorta bbuona, le va bene la battuta di Nino Manfredi?». Debora Serracchiani dice che tra il vostro Pd, quello suo, di Marchese, di Zoggia, e quello di Renzi c'è un abisso, che sono pianeti opposti. «Non lo chieda a me che ho 70 anni, comunque credo che la Serracchiani non abbia tutti i torti». Conosce qualche politico importante? «Lei ha già citato quelli che conosco. Con alcuni non ho più rapporti. Di sicuro non li vedo da almeno un anno». E Zanonato quante volte l'ha visto? «Con lui ci conosciamo da vent'anni, forse da 25. Gli ultimi anni l'ho visto in giro una volta o due l'anno». È uno di quelli che conosce meglio… «Lo vedevo quando non era sindaco di Padova e aveva una maggiore disponibilità di tempo». Qualcuno le ha chiesto soldi direttamente per il partito? «Niet. Non rispondo». Lei resta legato al Pd? «Ho chiuso, per il bene loro e mio». Qualche dichiarazione ufficiale di esponenti del partito le ha fatto male? «Mi sono sembrate dichiarazioni di circostanza, che uno si aspetta e amen». Si attendeva più solidarietà? «No, conosco i miei polli e non me la aspettavo. Se fosse arrivata mi avrebbe fatto piacere». Ricorda Primo Greganti: come lui sembra voler lasciare fuori il partito… «Non lo so. Forse perché per me non era dentro e forse c'era altra gente». In che senso? «Il Cvn era composto da 180 persone, magari c'erano altri interlocutori». Per il partito? «Chi lo sa? Può essere e se lo sapessi non glielo direi». Proprio come il compagno G. «Siamo coetanei...». È mai stato a casa di Marchese? «So che abita a Jesolo, ma non siamo mai stati a casa uno dell'altro». Concludendo: nel Pd i rapporti più stretti li aveva con Marchese e Zanonato? «Sono quelli che conoscevo meglio per motivi di vicinanza, Marchese seguiva la Lega, Zanonato ha lavorato in Cles». In un'intercettazione lei e Giordano parlate di Zanonato. «Giordano è amico di Zanonato. Può essere benissimo». intervista di Giacomo Amadori