Firenze, la mostra affidata alla fidanzata del renziano Carrai: scoppia la polemica
Molti interrogativi sul contratto di locazione della casa fiorentina, dove Matteo Renzi ha risieduto a spese d'altri per 32 mesi, restano ancora senza risposta. Gli uffici comunali continuano a fare le barricate, come i diretti interessati. Intanto i possibili conflitti d'interesse a Firenze dell'«Uomo che pagava l'affitto a Renzi», ovvero l'amico e consigliere Marco Carrai, sembrano moltiplicarsi ogni giorno. Il 16 marzo, data del suo trentanovesimo compleanno, il Corriere fiorentino, dorso toscano del Corriere della Sera, ha annunciato le sue prossime nozze (previste per settembre) con la ventiseienne Francesca Campana Comparini. La notizia, apparentemente innocua, ha fatto scoppiare un putiferio. Infatti l'articolo svelava che la futura sposa, laureata in filosofia, sarà la curatrice della prossima mostra a Palazzo Vecchio sul pittore statunitense Jackson Pollock. Una mostra che costerà 375mila euro e che sarà uno dei principali eventi culturali dell'anno michelangiolesco. Due consiglieri comunali, Tommaso Grassi di Sel e Ornella De Zordo, hanno presentato un'interrogazione all'assessore alla Cultura Sergio Givone sul possibile conflitto d'interessi presente in questa scelta e in un comunicato stampa hanno rilanciato le loro perplessità: «Quello su cui non possiamo tacere è l'inopportuna connessione tra la curatrice e l'entourage del Sindaco: niente di illegale, ma avendo il Comune scelto senza bando proprio la proposta presentata dalla futura moglie di Carrai qualche perplessità può nascere». Stilettata finale: «Visto che sembra improbabile la miracolosa trasformazione da filosofa a curatrice della più importante mostra fiorentina del 2014, conoscere qualcuno, e in particolare il miglior amico di Matteo Renzi, forse ha aiutato?». I possibili conflitti d'interesse di Carrai non riguardano, però, solo la fidanzata, ma soprattutto la sua C&T Crossmedia che sta facendo incetta di contratti nel settore dei servizi culturali. L'azienda nasce non appena Renzi diventa sindaco e insieme con lui cresce. In particolare da quando i «servizi aggiuntivi per la cultura» sono stati affidati all'Associazione museo dei ragazzi controllata dai comuni di Firenze e di Vinci. Sino al 2009 i contributi del Municipio all'associazione oscillavano tra i 500 e i 700 mila euro scarsi. Nel 2010 sono schizzati a 893 mila, nel 2011 sono tornati nei livelli standard, nel 2012 e nel 2013 il nuovo presidente Matteo Spanò è riuscito a portare nelle casse dell'associazione 1,3 e 1,5 milioni. Che nel 2014 saliranno a 1,9. Ma chi è Spanò, il re Mida, che ha trasformato il Museo dei ragazzi in una miniera d'oro? Ex boy-scout come il Rottamatore, ha lavorato nella Florence multimedia, l'agenzia di comunicazione della provincia di Firenze voluta dall'allora presidente Renzi e diretta dall'amministratore Carrai. Su indicazione di Renzi è diventato presidente dell'associazione Museo dei ragazzi nel giugno del 2011. Nello stesso periodo è stato pure nominato presidente del consiglio di amministrazione del Credito cooperativo di Pontassieve (cittadina alle porte di Firenze, attuale residenza dello premier). Spanò è anche socio (insieme con il fratello del cognato di Renzi) della Dotmedia, l'agenzia di comunicazione che ha gestito le campagne elettorali dell'ex sindaco e che ha curato nel 2012 il sito della Rototype, la società di attrezzature per l'ufficio di proprietà della famiglia Dini. Alessandro Dini, consigliere d'amministrazione della Rototype, è anche il proprietario dell'appartamento di via degli Alfani 8 dove Renzi ha risieduto a spese di Marco Carrai dal 14 marzo 2011 al 22 gennaio 2014. Coincidenze, ovviamente. Il dato certo è che nel 2011 il Museo dei ragazzi invita cinque società a presentare un preventivo per un servizio di guide multimediali per Palazzo Vecchio. I servizi aggiuntivi per la cultura «sono da considerarsi economicamente rilevanti» e andrebbero quindi assegnati attraverso gare e bandi. Ma a Firenze queste regole valgono per servizi come la guardianìa, ma non per le videoguide. Dove primeggia la C&T Crossmedia di Carrai. Il primo affidamento l'ha avuto a fine 2011, battendo tra gli altri la D'Uva workshop, azienda che serve con le proprie tecnologie il Colosseo, Pompei, il Duomo di Milano, quello di Firenze e la Basilica di San Marco a Venezia: «Nell'invito che ci arrivò dal Museo dei ragazzi non era chiaro che potessimo proporre una partecipazione con percentuale sugli incassi, il modello che utilizziamo in tutta Italia» spiega Ilaria D'Uva, amministratrice dell'omonima società attiva nel settore della cultura da 55 anni. Lo capirono bene invece gli ultimi invitati di Crossmedia che vinsero. Tre mesi dopo tra i soci entrò pure il dimissionario assessore alla Cultura Giuliano da Empoli. Successivamente arrivarono nuovi contratti per le guide multimediali di Santa Maria Novella, della Cappella Brancacci e del Museo del Novecento. «Ci dispiace che in questi casi non siamo neppure stati invitati a presentare un'offerta. Anzi siamo stati mandati via da Santa Maria Novella, dove abbiamo dovuto licenziare due addetti» conclude D'Uva. A loro posto hanno iniziato a lavorare i dipendenti di Carrai, l'affittacamere di Renzi. di Giacomo Amadori