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Istat: "L'aspettativa di vita si allunga"

simone cerroni
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Possiamo veramente sperare di vivere fino a cento anni o è soltanto un'aspettativa che la gente si augura? In realtà basta scorrere le nuove tabelle dell'Istat sulla mortalità della popolazione italiana per accorgersi, anno dopo anno, quanto si siano allungate le speranze di vita. Certo, i tempi sono cambiati rispetto ai nostri genitori o nonni e le condizioni igenico sanitarie migliorate, ma possibilità di una vita secolare è ora effettivamente tangibile, basti pensare che i neonati venuti alla luce nel 2007 hanno concrete possibilità di vivere fino a 104 anni. Un sunto di questi dati è riportato oggi, mercoledì 19 marzo su la Repubblica. Maschi e femmine - In cinque anni ad esempio i maschi hanno aumentato la loro possibilità di vita di un anno, passando da una media di 83,9 a 84,4. Ma c'è dell'altro. Attraverso una complessa equazione elaborata dall'Istat, è emerso che per ogni classe d'età, tenuto conto delle malattie e degli stili di vita, si è riscontrato che un quarantenne in buona salute, può serenamente sperare di arrivare agli ottanta, con un rischio di mortalità dell'uno per mille. Mentre per gli over 50 la prospettiva è di vivere altri 31,2 anni. Il divario tra maschi e femmine, da sempre più longeve dei maschi, dunque si accorcia pur rimanendo. Ad esempio dai dati emerge che una donna di novant'anni può concretamente puntare ai novantacinque e, perchè no, anche al secolo, ma in questo caso il rischio di mortalità sale al 137 per mille. Rimane il divario tra Nord e Sud - "Siamo di fronte ad una rivoluzione demografica che è un traguardo dell'umanità, ma rischia di far saltare i sistemi pensionistici, la sanità, le reti di welfare. Gli anziani hanno oggi una salute discreta, ma alla fine tutto dipende dalle cure e da ciò che hanno intorno", avverte su la Repubblica Letizia Mencarini, professore di demografia all'Università di Torino. L'Italia infatti non ha di certo livelli di longevità omogeni. "A Roma - sintetizza il quotidiano - si vive meno che a Milano, a Palermo la mortalità è più alta che a Torino. Le città più longeve sono Firenze e Bologna, con al Sud l'eccezione di Bari". "Pur con tutte le fragilità - ha affermato Letizia Mencarini - quello che si prospetta è uno scenario di anziani attivi e in salute, abituati a camminare con il loro passo pur in una società che corre". La rivoluzione della terza e quarta età è quindi iniziata con concrete possibilità di arrivare ai tanto sperati cent'anni. Quello che non è chiaro, invece, è quello che succederà ai tagli delle pensioni, della sanità e del welfare.  

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