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Il triste destino del bimbo ucciso a Taranto, morto in un agguato come suo padre

Serena Cirini
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La piccola vittima di Taranto aveva solo 4 anni. Il compagno della madre, Cosimo Orlando, lo teneva in braccio mentre la donna era alla guida di una Matiz rossa. I tre, insieme agli altri due figli della donna, stavano viaggiando sulla strada statale 106 in direzione della città pugliese. All'improvviso, un'auto ha affiancato e poi speronato la loro vettura. Un killer ha abbassato il finestrino e ha crivellato i loro corpi con una raffica di proiettili. Il bimbo è morto sul colpo, forse non ha neppure avuto il tempo di capire cosa stesse accadendo. I suoi fratellastri, di sei e sette anni, si sono salvati perché sedevano sui sedili posteriori. I sicari volevano uccidere Orlando per vendicare uno sgarbo legato al traffico di stupefacenti e lui, per una triste coincidenza del destino, si è trovato in mezzo a quel regolamento di conti. Nel maggio del 2011 anche Domenico Petruzzelli, il padre del piccolo, aveva perso la vita in un agguato mafioso: un destino che si ripete, una vita destinata a spegnersi precocemente. Anche in quell'occasione Carla Maria Fornari, madre del bambino e vedova di Domenico, aveva assistito alla strage. Questa volta, però, anche la donna ha perso la vita nella sparatoria. Un nucleo famigliare maledetto il loro, condannato a condividere una fine tragica.  

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