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Ilva, Monti: Tutelare lavoro e ambiente. Pronto il decreto

Un momento della riunione a Palazzo Chigi

Andrea Tempestini
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L'impegno di Mario Monti e del governo sull'Ilva: tutelare occupazione e ambiente. E' quanto comunica Palazzo Chigi sul caso dello stabilimento di Taranto. Il premier ha provato a rassicurare: "Il governo non ha alcuna intenzione di entrare in contrasto con la magistratura e farà attenzione alle indicazioni dei magistrati". Inoltre, l'esecutivo rivendica che sul caso Ilva, sin dal 5 settembre e a seguito della riunione organizzata il 17 agosto a Taranto, il Consiglio dei ministri ha concordato una strategia condivisa con le amministrazioni locali, che mira anche a evitare un impatto negativo sull'economia stimato in 8 miliardi di euro annui. La limatura del decreto - I sindacati, da par loro, chiedono una maggiore assunzione di reponsabilità per quella che definiscono "una tragedia economica e occupazionale che mette a rischio anche la credibilità del Paese". Monti ha replicato assicurando che il decreto legge per sbloccare la situazione già domani, venerdì 30 novembre, sarà all'esame del Consiglio dei ministri. Il decreto non è però ancora stato consegnato ai partecipanti della riunione: il governo, infatti, deve proseguire nella "limatura" del testo dopo aver ricevuto un sostanziale via libera da parte di chi ha preso parte al vertice. Il provvedimento è chiesto tanto dal governo quanto da azienda e sindacati; la Regione, da par suo, contesta la necessità che l'intervento del governo non assuma i connotati di uno scontro con la magistratura.  Dubbio di costituzionalità - Nel dettaglio, il decreto punta a dare valore di legge all'Autorizzazione integrata ambientale dello scorso 26 ottobre, restituendo la gestione dello stabilimento all'azienda, nel rispetto delle severe prescrizioni (in parallelo, viene prevista la decadenza dei custodi). Grazie al decreto, i sequestri andrebbero a perdere efficacia, mentre la riapertura dell'impianto dovrebbe avvenire in automatico con l'entrata in vigore del decreto stesso. La durata del decreto è legata ai tempi di adempimento dell'Aia. L'osservanza delle prescrizioni verrà controllata da un "garante", affiancato da un comitato dei lavoratori. Resta ancora il possibile ricorso di incostituzionalità, ventilato dal presidente dei Verdi, Angelo Bonelli. Questa possibilità, però, è stata negata dal ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, che sostiene che il provvedimento non abbia altro come scopo altro che l'applicazione della legge. Il vertice - Al vertice di Palazzo Chigi hanno preso parte anche  il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà , il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, quello dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero e il responsabile della Salute, Renato Balduzzi. Presenti anche il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola con il sindaco di Taranto e il presidente dell'omonima provincia, oltre ai rappresentanti sindacali. La protesta - Nel frattempo, fuori da Palazzo Chigi, si svolgebva la protesta di centinaia di lavoratori dello stabilimento tarantino: la loro manifestazione è stata bloccata in via del Corso dalle forze dell'ordine. Duri gli slogan dei lavoratori contro governo e Parlamento: "Politici, siete solo dei parassiti", urlavano. Proteste anche a Genova, dove i lavoratori dell'impianto locale dell'Ilva hanno ancora bloccato il centro.

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