Rapimento Spinelli, la chiavetta usb dei rapitori era vuota
I supporti digitali proposti come merce di scambio dai banditi erano vuoti. Il ragioniere del Cav non ha visto il materiale esclusivo che i suoi aguzzini dicevano di avere, ma ha proposto lo stesso a Berlusconi di pagare 5 milioni per entrare in possesso
Era vuota la chiavetta usb proposta come merce di scambio a Silvio Berlusconi dalla banda di rapitori del ragioniere Giuseppe Spinelli. I sei banditi, che hanno tenuto in ostaggio il collaboratore del Cavaliere e la moglie nella notte tra il 15 e il 16 ottobre, non avevano con loro né le presunte ragistrazioni che avrebbero messo in difficoltà Carlo De Benedetti sulla sentenza Mondadori, nè materiale su incontri equivoci del presidente della Camera Gianfranco Fini con i giudici della sentenza. E' quanto emerge dai primi interrogatori tenuti con tre dei sei arrestati e dalle dichiarazioni dello stesso Spinelli. Avanza il sospetto che i rapitori abbiano tentato la carta del bluff. Il computer non funziona - A raccontare agli inquirenti la circostanza è il ragioniere del Cav. "Al mattino, quando siamo usciti dalla camera da letto - ha detto - ho visto che il computer era acceso e ho detto 'beh meno male, siamo in grado di vedere sia il contenuto della chiavetta che quello dei dvd'". Di fronte a questa proposta, i rapitori si sarebbero tirati indietro sostenendo che il formato dei file in loro possesso non era compatibile con i programmi in uso sul computer. Spinelli avrebbe insistito ricordando di avere anche "due videoregistratori, sia HiFi che mono", ma i banditi hanno eluso anche questa richiesta. Stando a quanto emerge dagli interrogatori, non tutti i componenti della banda erano al conoscenza del fatto che sulla penna non vi fosse nulla. Al momento, dei contenuti talmente straordinari da valere un riscatto di 35 milioni, rimane solo il foglio A4 di appunti fatto leggere a Spinelli perché ne riportasse il contenuto a Berlusconi. Il ragioniere, liberato all'alba dai rapitori senza aver potuto visionare il materiale che questi millantavano di avere, ha comunque invitato Berlusconi a pagare una prima tranche da 5 milioni di euro per assicurarsi i documenti.