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Sequestro lampo, Giuseppe Spinelli:"Nessun riscatto e nessuna trattativa"

Giuseppe Spinelli

Il cassiere di Silvio Berlusconi torna a parlare e toglie ogni dubbio sul riscatto. Nessuna somma di denaro è stata pagata ai rapitori

Ignazio Stagno
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Giuseppe Spinelli torna a parlare e a chiarire la dinamica del suo sequestro lampo e anche a precisare cosa è successo dopo la richiesta di riscatto. "Leggo con stupore -afferma Spinelli- ricostruzioni fantasiose della grave e dolorosa vicenda che è accaduta alla mia famiglia e a me. Debbo precisare che il mio ritardo nel riferire al presidente Silvio Berlusconi e all'avvocato Ghedini come si erano svolti effettivamente i fatti è dovuto unicamente al forte timore di gravi ritorsioni nei confronti dei miei familiari. La denuncia alla autorità giudiziaria è stata fatta immediatamente dopo". Spinelli aggiunge anche che nemmeno un euro è stato pagato ai suoi rapitari. "Nessuna somma di denaro è stata pagata nè vi è stata alcuna trattativa". Insomma per Spinelli i fatti sono chiari: nessuna somma di denaro è stata consegnata ai rapitori. E a sostenere questa tesi è pure l'avvocato Nicolò Ghedini: "Preciso che nessuna somma di denaro è mai stata pagata a chicchessia nè vi è stata alcuna trattativa con i sequestratori. Qualsiasi illazione su questo punto è  totalmente destituita di fondamento. Preciso anche che il presidente Berlusconi non ha avuto alcun ruolo nella vicenda e tutte le decisioni  sui tempi e sui modi sono state assunte dal ragionier Spinelli e da me. L'unica preoccupazione del presidente Berlusconi -precisa   Ghedini- è stata quella rivolta all'incolumità del suo collaboratore e dei suoi familiari. Per questo ha offerto con la consueta generosità al rag. Spinelli ospitalità in una sua abitazione e gli   ha messo a disposizione una scorta privata. Il tutto, fra l'altro, in   pieno accordo con la Procura di Milano. Il ritardo, quindi, con cui è  stata avvisata l'Autorità Giudiziaria -sottolinea l'esponente pidiellino- è unicamente riferibile al più che giustificato timore provocato dai sequestratori nel ragionier Spinelli, il quale temeva   gravi ritorsioni per sè e per la sua famiglia”.

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