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I tre italiani della bandasono imprenditori falliti

Piccoli uomini d'affari che si sono ritrovati con l'impresa in crisi: ecco cosa unisce i tre italiani del gruppo. Oltre ai precedenti penali

Lucia Esposito
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di Franco Bechis  Non mancavano certo i precedenti penali, eppure non sono solo quelli ad unire i tre italiani della banda che ha rapito Giuseppe Spinelli. Tutti e tre erano infatti piccoli imprenditori, accomunati dalla crisi della propria impresa che negli ultimi tre anni ha portato o al fallimento o alla chiusura forzata o a un rosso rilevante in bilancio. Tanto da pensare che la banda avesse questa caratteristica: imprenditori messi ko che hanno tentato il colpo della vita. Il capo era Francesco Leone, nato a Bari  il 26 gennaio 1961. Lui l'ideatore del sequestro, l'uomo dalle scarpette con i colori del Milan pizzicato subito per questa stramberia. È stato un collaboratore di giustizia inserito nel programma di protezione fino alo 1996. Quell'anno si è trasformato in imprenditore rilevando una quota di una piccola impresa tessile (la Zig Zag di Luciana Bernardini) a Paliano (Frosinone). Impresa arrivata a fine corsa e definitivamente chiusa nel febbraio 2009, in piena crisi.  Imprenditore era anche Alessandro Maier, nato a Como nel novembre 1966. Ha iniziato come promotore finanziario. Poi fino al 2002 è stato presidente e ad della Azimut service di Varese. Poi i suoi affari si sono trasferiti a Bergamo, dove ha acquisito la maggioranza della Verniciatura industriale srl, fallita alla fine del 2005. È tornato al suo vecchio mestiere, quello del promotore di prodotti finanziari. Ha aperto a Varese un'altra società, la Blu service srl, con sedi secondarie a Como, Torino e Montebello vicentino. Gli è andata male: chiusura il 29 novembre 2010. Il terzo italiano della banda. il più giovane, Pierluigi Tranquilli, ha due mestieri: viticultore e immobiliarista che si è inventato con la collaborazione della famiglia. Entrambi svolti ad Olevano romano, dove hanno sede sia la Vinicola tranquilli che la Tranquilli immobiliare. Sono in piedi, ma nel 2011 non hanno fatturato nemmeno un euro.

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