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Marina contro De Benedetti"Fa meglio a tacere"

Marina Berlusconi

La presidente Fininvest ribatte: "L'ing ha preso 564 milioni, ora stia zitto"

Eliana Giusto
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Non ne può più Marina Berlusconi di sentir parlare Carlo De Benedetti del Lodo Mondadori. "Qualcuno dovrebbe spiegare all'ingegnere che talvolta forse il silenzio è d'oro", scrive la presidente Fininvest in una nota. Marina, che si riferisce all'intervente del presidente del Gruppo Espresso ieri sera, domenica 4 novembre, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, su Rai Tre, replica duramente alle sue considerazioni: "Grazie a due sentenze sconcertanti e in contraddizione tra loro ha intascato - per il momento - la bellezza di 564 milioni di euro. Ma invece di tacere e sperare che la giustizia continui ad essere ingiusta com'è stata finora, sempre più spesso con arroganza e impudenza sale in cattedra a pontificare e a impartire improbabili lezioni di rigore morale a tutti e su tutto, Lodo compreso". Il processo - E ancora una volta, prosegue Marina Berlusconi, De Benedetti "ha riproposto la menzogna diffamatoria secondo cui 'la difesa di Berlusconi si basa sul fatto che dei tre giudici ne ha corrotto solo uno... vuol dire che ha risparmiato'. Mi vedo quindi costretta a ribadire ancora una volta che la sentenza della Corte d'Appello di Roma che annullava il lodo Mondadori - il verdetto da cui poi originò tutta la vicenda - fu emessa da un collegio di tre giudici. Uno di loro venne successivamente ritenuto colpevole di corruzione, al termine di un procedimento molto controverso". Ma sottolinea la presidente Fininvest "gli altri due giudici, esperti in materia e sul cui operato non c'è stata alcuna censura, hanno ribadito più volte di aver studiato bene la causa e di aver totalmente condiviso il verdetto. Quella della Corte romana era quindi una sentenza non inquinata e assolutamente giusta, conforme al diritto. E noi non abbiamo mai corrotto nessuno: mio padre venne prosciolto da ogni ipotesi accusatoria nel 2001, ancor prima che iniziasse il dibattimento. Attendiamo ora con estrema fiducia - conclude - che la Cassazione ci renda finalmente giustizia, perché non vi fu alcun danno e neppure un euro da parte nostra è dovuto".

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