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Baby-nuotatore perde la gara: punizione, 11enne rasato come "un ebreo"

Il bambino sarebbe colpevole di non essersi impegnato in un torneo in Svizzera: l'allenatore lo umilia davanti all'intero spogliatoio

Roberto Procaccini
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Punito per non essersi impegnato abbastanza con una rasatura in stile Auschwitz. A Vicenza un baby nuotatore di 11 anni è stato umiliato dal suo allenatore per gli scarsi risultati ottenuti in una gara in Svizzera: ha lasciato che un atleta di poco più grande gli tagliasse i capelli davanti ai compagni di squadra. Un castigo sul modello di quelli risalenti al terzo Reich. Quando il bambino è tornato a casa, rasato a zero con una sola croce di capelli in cima al cranio, i genitori hanno denunciato l'episodio insieme a quelli di un altro nuotatore cui la punizione è stata minacciata, ma non eseguita. Il prossimo 8 novembre l'allenatore, 52 anni, la sua vice, 28 anni, e l'esecutore del taglio (tutti indagati per abuso di mezzi di correzione) saranno sentiti dagli inquirenti. Dagli ambienti del centro sportivo rigettano l'accusa di antisemitismo: "E' normale tagliare i capelli in concomitanza con le gare - dicono - e la croce è solo un riferimento alla bandiera svizzera".

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