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"Il patto tra Ciancimino e pmper il tesoro di don Vito"

Massimo Ciancimino

Il figlio dell'ex sindaco di Palermo parla di un accordo con i giudici: noi insabbiamo l'inchiesta sui soldi riciclati e tu testimoni nell'inchiesta Stato-Mafia

Andrea Tempestini
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  "Porca miseria. Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera per primo ha dato conto delle nuove “cianciminate”. Ovvero le – esplosive - intercettazioni di Massimo Ciancimino e compagni di merende romene nelle indagini disposte dal procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e condotte dal colonnello “Ultimo” del Noe sul tentativo di disperdere il cosiddetto tesoro del padre, don Vito, in Romania: un mega-riciclaggio sfuggito invece alla Procura di Palermo che sulla vicenda non trova prove. Secondo Bianconi il figlio dell'ex sindaco mafioso ai suoi presunti complici, oltre a riferire ciò che continua a verbalizzare con le Procure di Palermo e di Caltanisetta, «spiega di tenere sulla corda gli inquirenti che ancora lavorano sulla cosiddetta trattativa tra lo Stato e Cosa nostra, attraverso i suoi mutevoli atteggiamenti processuali». Ecco,  francamente, non sembra questa la notizia. La notizia è esattamente il contrario", spiega Pierangelo Maurizio su Libero in edicola oggi. Già, perché Ciancimino riferisce ai suoi presunti complici che per mantenere - e non per modificare - il suo atteggiamento di teste avrebbe chiesto, e ottenuto precise rassicurazioni. Stando alle ultime intercettazioni, insomma, il figlio dell'ex sindaco di Palermo millantava un accordo coi giudici. "Noi insabbiamo l'inchiesta sui soldi riciclati, e tu testimoni l'inchiesta": questo è quello che gli avrebbero chiesto le toghe. Nelle intercettazioni si parla di "un patto Ciancimino-pm per il tesoro di don Vito". Leggi l'approfondimento su Libero in edicola oggi, giovedì 18 ottobre  

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