Concordia, via al processo a Grosseto. Schettino stringe la mano a un naufrago, accuse alla Costa
Al Teatro Moderno udienza show tra veleni e fuori programma. Il Codacons: "La colpa non fu solo del comandante"
Il processo sul naufragio del Costa Concordia parte con la stretta di mano tra il comandante Francesco Schettino e uno dei naufraghi. Gesto inatteso al teatro Moderno di Grosseto, sede dell'udienza per l'incidente probatorio sulla sciagura che ha causato lo scorso 13 gennaio all'isola del Giglio 30 morti e 2 dispersi: all'ex comandante si è avvicinata una persona che era a bordo della nave e Schettino, sul palco dell'aula di tribunale, si è alzato in piedi e gli ha stretto la mano. E' stato forse l'unico momento sereno per il comandante, al centro di feroci polemiche per il suo operato. Teatro off limits a giornalisti e telecamere, arrivati da tutto il mondo. Ma non c'è solo lui sul banco degli imputati. "Riteniamo che si dovrebbe allargare un po' il cerchio delle responsabilità", ha detto il professor Bruno Neri del collegio peritale del Codacons all'ingresso del teatro: "Le risposte dei periti ai quesiti del gip - ha aggiunto - si limitano a ricostruire la dinamica dell'incidente fino all'affondamento della nave, ma trascurano quelle che potrebbero essere le cause della perdita di vite umane", ha concluso riferendosi al funzionamento della strumentazione di bordo. L'avvocato De Luca, legale di Costa Crociere, si limita a dire che "al termine dell'incidente probatorio si avrà una ricostruzione completa di quanto accadde, dal momento dell'impatto degli scogli delle Scole fino all'abbandono della nave. Questo è il momento dell'accertamento della verità. Che non è poco. Le responsabilità le valuteremo in un successivo momento". "Omissioni e sottovalutazioni" - Secondo l'avvocato Lecci, che assiste il Comune dell'isola del Giglio ancora alle prese con lo smaltimento del relitto del Concordia, ha invece precisato che dalla perizia dei periti del gip "emerge una verità che è stata lapalassiana fin dal primo momento. Questa immane tragedia deriva da una sciagurata concatenazione di omissioni e sottovalutazioni". Sette naufraghi bolognesi hanno intanto già annunciato il proprio rifiuto di risarcimento proposto dalla compagnia Costa. "Abbiamo querelato Costa Crociere - ha spiegato il legale Michelina Soriano - ma ad oggi, la Procura di Grosseto non ha ancora iscritto nel registro degli indagati la compagnia. Sarebbe stata un'operazione dovuta ma ancora non abbiamo visto niente". Il legale ha infine sottolineato che i sette naufraghi sono rimasti feriti "tutti mentalmente e alcuni anche fisicamente".