Verona batte Napoli sulla pizzaE tra le due città è di nuovo guerra
Polemica per le scelte del Gambero Rosso di premiare come miglior pizzeria d'Italia un locale alla periferia scaligera
di Alessandro Gonzato Napoli insorge, grida allo scandalo e prova a difendersi da quello che, all'ombra del Vesuvio, viene definito un vero e proprio esempio di «razzismo culinario». Come altro si spiegherebbe infatti, si interrogano nel capoluogo campano, la scelta del Gambero Rosso di assegnare i «tre spicchi» per la miglior pizzeria d'Italia a un locale alla periferia di Verona anziché a uno partenopeo? In città, dove rivendicano il primato della pizza con la pummarola 'ncoppa rispetto a quella servita tra le nebbie della val padana, monta il malcontento. «Possibile» sbotta l'ex assessore all'Agricoltura della Provincia di Napoli e attuale commissario campano dei Verdi Ecologisti, Francesco Emilio Borrelli, «che nella prestigiosa guida non sia fatta menzione nemmeno di una nostra pizzeria?». Secondo Borrelli delle due l'una: «O gli esperti del Gambero Rosso hanno voluto denigrarci, oppure come già successo si tratta dell'ennesima operazione politica che tende a minimizzare il ruolo della pizza e dei pizzaioli napoletani». Poi una precisazione: «Non a caso vengono premiate pizzerie del Veneto, da sempre territorio e base elettorale leghista». Dunque dietro a questo riconoscimento assegnato al locale «I Tigli» di San Bonifacio (al confine tra Verona e Vicenza), ci sarebbero i poteri forti. Ieri, a Napoli, per manifestare contro la decisione del Gambero Rosso, nella pizzeria Sorbillo in via dei Tribunali è stata sfornata pizza gratis per tutti. Alla protesta ha preso parte anche il movimento «Insorgenza civile», con uno striscione che recitava: «Centocinquant'anni dopo anche la pizza andò a ingrassare la refurtiva nordica risorgimentale. Unità d'Italia bugia colossale». Ma questo non è che l'ultimo capitolo di una saga che vede periodicamente contrapposte Napoli e Verona. È ormai passato alla storia lo striscione «Giulietta è 'na zoccola» esposto nel 2007 dai tifosi partenopei allo stadio Bentegodi per rispondere alla classica provocazione dei sostenitori scaligeri «Vesuvio pensaci tu». Quest'estate, invece, parte del popolo napoletano se l'era presa con il proprio Comune per la scelta di assegnare il «Premio città di Partenope» come esempio di amministratore virtuoso al sindaco di Verona, il leghista Flavio Tosi. Che per impegni precedentemente fissati non aveva potuto ritirare personalmente il riconoscimento, ma nei cui confronti lo speaker radiofonico nonché blogger di napospia.it, Gianni Simioli, aveva invocato un fitto lancio di pomodori.