Napolitano boccia la "new town" di SilvioBisogna ricostruire l'Aquila
A due passi da Gianni Letta, abruzzese e conosciutissimo in città, Giorgio Napolitano boccia quello che avrebbe dovuto essere il fiore all'occhiello del Governo Silvio Berlusconi: la ricostruzione dell'Aquila. Lo fa con toni soffici, ma inequivocabili. "E' l'ora di ricostruire", dice. Il riferimento è all'evidente stato del centro della città, tutto puntelli e palazzi pieni di crepe. Ma soprattutto a come la ricostruzione è stata pensata e progettata fin dall'inizio: fuori città, con una formula sintetizzata nel neologismo inglese "new town". Come se il gioiello urbanistico voluto da Federico II fosse anticaglia da buttar via. Il centro della città In pieno centro, all'ombra del castello, sorge invece da oggi il nuovo auditorium, donato da Renzo Piano e dalla provincia autonoma di Trento. Leggero, ecosostenibile e probabilmente destinato a restare nei manuali di architettura. Quello che avrebbe dovuto essere L'Aquila, e che invece non è ancora. L'Aquila dimenticando i progetti di una new town fuori dell'attuale centro. L'auditorium, dice non a caso il Capo dello Stato indicando l'opera di Renzo Piano, "non è solo un simbolo, ma è già una realtà, concreta e molto bella". Uno splendido inizio, un augurio di resurrezione "perchè qui rinasce alla vita la grande cultura musicale in questa città". Ora deve venire il resto. Ci tiene, il Presidente, a far sapere di aver sollevato la questione con il ministro della coesione regionale Barca, mentre faceva il giro del ripristinato Museo archeologico. "Ho ricevuto dal ministro Barca molti elementi concreti sui lavori in corso e sui finanziamenti decisi" sia privati che pubblici, commenta soddisfatto, "Mi pare ci siano prospettive serie", ha proseguito Napolitano", è tempo di pensare a ricostruire la città al di là di precedenti esperienze che puntavano piuttosto a costruire fuori. Oggi costruiamo dentro e mi pare la strada giusta". La strada giusta, quella che passa per il centro della città.