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Emilia Romagna, blitz delle Fiamme Gialle in Regione

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Nicoletta Orlandi Posti
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Gli uomini della Guardia di Finanza di Bologna sono arrivati questa mattina alle 10.20 nella sede della Regione Emilia Romagna per acquisire i libri contabili e i documenti finanziari di Viale Aldo Moro. Il blitz dei 5 uomini della Fiamme Gialle rientra nell'attività investigativa nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria aperta dalla Procura di Bologna che indaga sui conti dei gruppi consiliari regionali. Nel fascicolo, che è ancora contro ignoti, compare però un'ipotesi di reato, quella di peculato. Proprio ieri si era tenuta la prima riunione operativa tra i militari delle Fiamme Gialle e gli inquirenti per decidere come procedere nell'attività investigativa. Nel frattempo la Guardia di Finanza sta spulciando il bilancio di previsione 2012 assestato da 36,7 milioni di euro che pesa sul bilancio dell'intera Regione Emilia Romagna per un valore reale di circa 32,4 milioni di euro. Una vera e propria task-force di inquirenti composta dal procuratore capo Roberto Alfonso, coadiuvato dal Procuratore aggiunto   Valter Giovannini e dai pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari a lavoro per controllare che ogni euro sia uscito da Viale Aldo Moro secondo i sensi di legge. I 5 uomini delle Fiamme Gialle che lavorano sulle carte della  Regione si stanno concentrando in particolare sui conti dei gruppi consiliari, ma non è escluso che l'indagine approfondisca anche altri capitoli della spesa pubblica regionale. L'inchiesta insomma, è  "ad ampio raggio" come ha spiegato lo stesso Alfonso. In realtà questa nuova attività si va ad aggiungere alle inchieste già aperte nei mesi scorsi sulle spese di Viale Aldo Moro.  Un'indagine che parte da lontano - Se il caso che ha fatto più rumore e più danno   (il commissariamento del Comune di Bologna) è stato sicuramente il   'Cinzia-Gate' che travolse l'ex sindaco Flavio Delbono in un'inchiesta sulle spese che si era fatto non correttamente rimborsare quando era  vice di Vasco Errani, l'ultima in ordine di tempo è quella a carico dell'ex capogruppo Idv Paolo Nanni, accusato di peculato, dopo le denunce presentate dal fuoriuscito Domenico Morace. Inchiesta gemella, sollevata anche in questo caso dall'ex   esponente del Carroccio Marco Lusetti (espulso dal partito), quella che riguarda l'ex capogruppo della Lega Nord Maurizio Parma. Ma ce n'è anche per il Pdl con il consigliere regionale Alberto Vecchi   indagato per un giro di rimborsi chilometrici, calcolato sulla distanza dalla sua risedenza formale che, secondo l'accusa, non sarebbe reale. Violazione della legge sugli appalti è invece il capo   di imputazione per cui è indagata Anna Fiorenza, direttrice dell'agenzia regionale Intercenter, nata proprio per far risparmiare la Regione tramite acquisti fatti secondo economie di scala. Interviste a pagamento - Praticamente trasversale, invece, l'utilma inchiesta riguardante le presunte interviste a pagamento rilasciate da  alcuni consiglieri regionali alle emittenti radiotelevisive locali.   Fuori dal recinto dell'assemblea, la magistratura di Bologna guarda   anche al numero uno della Regione. Il presidente Vasco Errani è   infatti indagato per falso ideologico nell'inchiesta sul caso   'Terremerse' che riguarda le procedure del finanziamento da 1 milione   di euro accordato da Viale Aldo Moro alla cooperativa guidata (al   tempo dei fatti) dal fratello del presidente della giunta, Giovanni   Errani. Per Errani i pm hanno chiesto il rinvio a giudizio. Il clima, insomma, in Regione non è dei più sereni, sebbene Richetti non ci stia a far passare Viale Aldo Moro per un luogo dove   si sprecano i soldi dei contribuenti. Il presidente dell'assemblea,   infatti, ha fin dal suo insediamento posto tra le priorità il taglio   della spesa e la trasparenza. A lui, che ha rinunciato all'auto blu, si deve, infatti, la pubblicazione on line dei rendiconti (seppur non dettagliati) dei conti dei gruppi consiliari. Anche se dalla prossima   legislativa, sotto la presidenza Richetti, l'aula ha approvato inoltre l'abolizione dei vitalizi agli ex eletti. Lo sforzo di razionalizzazione, compresa la decurtazione del 10%  delle indennità deciso a fine dicembre scorso, ha portato così al recupero di circa 2 milioni di euro che l'assemblea ha 'restituito' alla giunta. Un'assegnazione vincolata alla destinazione di spesa a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma.

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