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Sallusti dà le dimissioni, l'editore le respinge

Nicoletta Orlandi Posti
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  Pochi minuti prima che la sentenza venisse resa pubblica, il direttore Alessandro Sallusti ha convocato i giornalisti del Giornale per un'assemblea straordinaria. Ai colleghi ha annunciato le sue dimissioni. Dimissioni che però l'editore ha categoricamente respinto.  "Pur comprendendone le motivazioni personali e professionali, come suo Editore e come suo amico", ha scritto nero su bianco Paolo Berlusconi, "le rigetto fermamente e gli riconfermo la mia più totale fiducia". Berlusconi sostiene di essere stato "fermamente convinto che alla fine avrebbero prevalso la giustizia ed il buon senso.Fa male avere invece la conferma che in quanto a giustizia siamo davvero un Paese da terzo mondo, un Paese in cui si va in galera per un'opinione e agli arresti domiciliari per un omicidio". Per quanto riguarda le misure alternative al carcere che Sallusti ha rifiutato, l'editore del Giornale si dice "pienamente d'accordo con Alessandro quando rifiuta con decisione ogni scorciatoia, con un risarcimento o con l'affidamento ai servizi sociali, per evitare di subire questa insensata condanna. La sua è una battaglia di principio", sottolinea Paolo Berlusconi, "in difesa del suo diritto di espressione e più in generale del diritto di tutti noi di vivere in un Paese democratico e liberale.Come prima mi rifiutavo di credere che si potesse incorrere in un'infamia simile, anche ora voglio sperare e sono fiducioso che attraverso l'intervento di organi di magistratura più responsabili o del Presidente Napolitano si possa cancellare questa pagina nera della nostra storia".  

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