Sallusti: il pg della Cassazione"Ha diffamato, ma la pena va ridotta"
Il verdetto della Suprema Corte atteso in giornata, Monti: seguo il caso con attenzione
Alessandro Sallusti va condannato per diffamazione, ma è necessario valutare se gli debba essere accordato uno sconto di pena con la concessione delle attenuanti generiche. Questo il parere espresso dal sostituto pg di Cassazione Gioacchino Izzo, che, nella sua requisitoria, ha sollecitato, per il direttore del Giornale, l'annullamento con rinvio alla Corte d'Appello di Milano della sentenza che lo aveva visto condannato a 14 mesi di carcere, "limitatamente alla mancata valutazione della concessione delle attenuanti generiche". Ora si aspetta la sentenza della Suprema Corte. Alessandro Sallusti potrebbe evitare il carcere se gli venissero concesse le attenuanti generiche, come richiesto nella sua requisitoria, dal pg di Cassazione. In base a quanto previsto dalla legge sulla stampa e dalle norme del codice penale, infatti, nel caso in cui la magistratura decidesse di dare le attenuanti al direttore del Giornale e queste risultassero "prevalenti" sull'aggravante che gli è contestata con il reato di diffamazione, Sallusti eviterebbe la reclusione. Viceversa, se l'aggravante venisse ritenuta 'prevalentè sull'attenuante generica eventualmente concessa il rischio carcere rimarrebbe in piedi, a meno che il giornalista non decidesse di chiedere l'affidamento in prova ai servizi sociali. La parte civile Una "volontà di attaccare" il giudice Cocilovo, "preso di mira dal quotidiano 'Libero per le sue posizioni". E' quanto rileva l'avvocato Monica Senor, che rappresenta il magistrato Giuseppe Cocilovo, parte civile nel processo al direttore del giornale Alessandro Sallusti, imputato per diffamazione in relazione ad un articolo pubblicato nel 2007 su 'Libero. "Capisco la battaglia di Sallusti - ha detto il legale di parte civile, nella sua arringa davanti ai giudici della quinta sezione penale della Suprema Corte - ma si tratta di una vicenda che coinvolge un magistrato leso nella sua reputazione. Non possiamo prescindere dal considerare la libertà di informazione come un diritto non assoluto, ma da bilanciare con i diritti del privato cittadino". L'avvocato Senor, ha inoltre voluto sottolineare i toni "particolarmente violenti" dell'articolo al centro del processo per diffamazione, nel quale mancano i requisiti di "veridicità e continenza". Inoltre, osserva il legale, "passaggi molto brutti nei confronti del giudice Cocilovo, che viene definito un abortista, ci sono anche nel ricorso". L'intervento di Monti Dopo l'intervento di Napolitano anche Mario Monti si è espresso sul caso del direttore condananto a 14 mesi di carcere senza condizionale per un articolo pubblicato quando dirigeva Libero e che non ha firmato (l'articolo riguardava un giudice, il cui nome non è citato nel pezzo, che ha autorizzato l'aborto per una tredicenne). Ho seguito il problema direttamente, bisogna trovare un equilibrio tra i due beni della società: la libertà di stampa e la tutela della reputazione" delle persone. "Ci sono - dice - diverse soluzioni in diversi Paesi, è natutale per noi italiani fare riferimento alle posizioni dell'Unione europea, il ministro della Giustizia Severino avrà occasione oggi alla Camera di illustrare la posizione del governo". "Verrà utilizzato - spiega il Professore al tg 1 - uno dei disegni di legge già presentati ed arrivare ad una formulazione ben chiara anche per quanto riguarda le pene che sia in linea con la Corte di Strasburgo e le legislazioni vigenti" in tutta Europa. Nell giorno in cui si pronuncia la Corte di Cassazione Alessandro Sallusti, ha spiegato la sua vicenda ad Agorà, su Rai Tre. "L'articolo spiega - ma esprimeva un parere che, per quanto possa essere ritenuto offensivo da qualcuno, rimane un parere". Chiedere la grazia? Bisogna essere coerenti. La grazia la chiede uno che sa di aver sbagliato e chiede perdono allo Stato. Io sono convinto di non meritare quella sentenza, quindi perchè dovrei chiedere scusa di un reato che non ho commesso?", ga detto invece al Tgcom24. "Mi sentirei molto in imbarazzo a chiedere la grazia. Poi, certo, bisognerà vedere cosa succederà sulla porta del carcere. Non so cosa può passare nella mente di un uomo in quel momento. Adesso dico di no, poi non si sa cosa può accadere".