E De Magistris fa retromarcia:niente ruspe sulle case abusivee maxicondono per fare cassa
Il Comune si prepara a "lavorare" su diecimila domande di sanatoria giacenti da anni. E ciao lotta all'abusivismo
Se a vent'anni non sei un rivoluzionario e a quaranta un becero conservatore, significa che non hai capito nulla della vita. Vero. C'è chi il salto ventennale lo compie bruciando i tempi, riducendoli pressappoco ad un decimo: come il sindaco di Napoli, quel Luigi De Magistris che nell'arco di un anno e mezzo di giravolte ne ha compiute già diverse. Nessuna meraviglia, è così che va il mondo, perfino per l'ex pm autodefinitosi «con la schiena dritta», che dalle macerie giudiziarie lasciate tra la Calabria e la Campania ha tratto il carburante necessario per scalare la politica. Il condono edilizio, ad esempio. Napoli si prepara a «lavorare» circa diecimila pratiche di sanatoria giacenti al comune da anni. Non stiamo parlando di pensiline e tramezzi interni agli appartamenti, bensì dei così detti «grandi abusi» disseminati qua e là sul territorio municipale. Ne ha parlato ieri Il Mattino. Un'operazione che dovrebbe portare in cassa qualche milioncino di euro, una piccola manna che eviti, tra l'altro, di dover ricorrere nuovamente a mamma Roma per farsi dare qualche «spicciolo» (80 milioni solo poche settimane fa) per pagare lo stipendio ad un esercito di dipendenti che neppure l'eroe in bandana arancione osa solo immaginare di dover sfoltire una volta per tutte. Sempre ammesso che le previsioni di entrata del suo assessore all'Urbanistica vengano rispettate: i termini, dopo diverse proroghe, scadono il 31 dicembre, si vedrà. Intanto sono già state consegnate agli archivi delle memoria le parole pronunciate da De Magistris nel febbraio scorso durante una delle innumerevoli conferenze stampa a Palazzo San Giacomo: «La nostra è un'amministrazione comunale che dice a chiare lettere no ai condoni edilizi e si alle demolizioni». La pompa era magna, c'era accanto al sindaco il procuratore aggiunto di Napoli, Aldo De Chiara, e si celebrava abbracciati l'abbattimento del solito ecomostro a distanza di soli 28 anni dall'apposizione dei sigilli. Come se a buttarlo giù avesse dovuto pensarci l'associazione degli elettrauti e carburatoristi. Quel «no» al condono di De Magistris nel giro di sei mesi è già diventato, per bocca dell'assessore Luigi De Falco, una simil berlusconian-craxiana sanatoria che «varrà per una volta ed è un piacere che facciamo a chi verrà condonato che dovrà pagare rendendo poi comunque l'opera più armonica rispetto al paesaggio dove è collocata. Il nuovo regolamento comprenderà cinque zone. Tutti cominceranno a pagare. Più la zona dove si è fatto l'abuso è di pregio maggiore sarà poi di conseguenza il prezzo da pagare. E voglio ricordare che già abbiamo raddoppiato l'aliquota per chi fa il danno ambientale. Questo è l'obiettivo dell'amministrazione». Si riferisce, l'assessore, in particolare agli abusi commessi nelle aree dei Campi Flegrei, dei Camaldoli, del Parco delle Colline, di Posillipo e di Agnano. Poche idee ed anche abbastanza confuse se nel volgere di qualche settimana il tavolo viene rovesciato, almeno sul piano della linea da adottare. Sia chiaro, il nuovo regolamento comunale per la sanatoria edilizia (l'ultima decisa dal governo centrale) che Napoli si appresta ad applicare, presenta numerosi punti di buon senso oltre che perfino necessari vista la giungla urbanistica di stratificazioni quasi secolari di piccole e grandi anarchie locali. È il leader della squadra che rende complicato raccapezzarsi, almeno per chi non lo conosca: tant'è che c'è già chi dice che non è detto che alla fine andrà veramente nel modo auspicato. Vale a dire incassare danaro grazie all'aumento degli oneri da versare all'ente e laddove sarà impossibile (ma dove?) acquisire gli immobili per destinarli a scopi sociali. Il che meriterebbe un discorso a parte. Il De Magistris di febbraio, ma anche quello di prima, ammoniva tutti così: «Questa nuova strategia, quella della demolizione, con cui intendiamo combattere l'abusivismo edilizio, avviene nel capoluogo che fu protagonista del film di Rosi, “Le mani sulla città”: oggi le mani sono, invece, della città, e si pongono sulla speculazione edilizia». Applausi a scena aperta. Per rimanere nella cinematografia, ecco che il De Magistris di agosto, per il tramite del suo assessore (sempre che non sbatta fuori anche lui) fa retromarcia, con un realistico piano per far cassa e, se proprio si deve, esser da esempio grazie anche all'arruolamento di una falange di volontari composta di tecnici, architetti, ingegneri, geometri ed agronomi, che affiancherà i vigili urbani. Ma da domani, s'intende, cioè per la prossima volta, fino all'abuso che verrà: quelli che ci sono già, per il momento, li saniamo. E il De Magistris di febbraio che diceva che «in solo otto mesi di amministrazione abbiamo raccolto tanti dati da prevedere di fare un abbattimento ogni tre giorni, il 2012 sarà l'anno dei cento abbattimenti a Napoli»? Niente di che, è un po' come i famosi «cinque giorni» per ripulire la città dall'immondizia. Magari spedendola in crociera in Olanda, dove non solo ne fanno business e risparmio energetico per sé, ma vengono addirittura pagati profumatamente per accollarsi un tanto gravoso onere. Gli olandesi. di Peppe Rinaldi