Da una bolla all'altra:truffa su benzina e cereali
Con la scusa della crisi mediorientale e della siccità i grandi speculatori fanno volare petrolio, mais e grano
Mano al portafoglio: dopo averci impoverito i risparmi, la speculazione si prepara a far impennare i prezzi. La benzina, complici anche le decine di accise, è tornata a livelli record. Pasta, pane e derivati subiranno rincari per colpa del rally di mais, grano e soia. Se lo spread piano piano si sgonfia (ieri poco più di 430 punti) automaticamente si alzano le quotazioni delle cosiddette commodities. Partiamo dall'oro nero. A New York il Wti è intorno ai 93 dollari, mentre il Brent di Londra viaggia sui 114. A causa dell'indebolimento dell'euro, il costo della materia prima della benzina è salito rispetto ai minimi di giugno. Anche per questo la verde è tornata a oltre 1,9 euro al litro e il gasolio ha superato quota 1,8 euro. Valori talmente alti da deprimere non solo i consumi (purtroppo questo è un trend che dura da inizio anno), ma anche le vacanze se è vero - come sottolinea Coldiretti - che il caro-carburante costringe un italiano su quattro a scegliere una meta più vicina a casa per risparmiare. Monti ha molte colpe, dato che da quando c'è lui le accise e l'Iva hanno rincarato il prezzo alla pompa di un bel 15-20 centesimi al litro. Però sono i grandi raider che entrano ed escono dai mercati a fare impazzire le quotazioni apparentemente senza un motivo. Sì, ci sono continue tensioni in Iran e la Siria potrebbe esplodere da un momento all'altro, tuttavia l'Agenzia internazionale dell'energia (AIE) ha notevolmente abbassato le previsioni per la domanda globale di petrolio per il 2012 e il 2013 a causa della crisi mondiale, dei prezzi elevati e dei ridotti fabbisogni di oro nero in Cina e Stati Uniti. Tutti fattori che potrebbero frenare la crescita della domanda di petrolio a 0,9 milioni di barili al giorno nel 2012 e a 0,8 nel 2013. E poi la produzione è cresciuta di 300.000 barili al giorno a luglio rispetto a giugno, raggiungendo quota 90,7 milioni di barili. Su base annua, le trivellazioni sono notevolmente aumentata, grazie all'exploit dell'Iraq tornato ai livelli pre-guerra e in generale dei Paesi Opec, toccando un livello superiore di estrazione di circa il 10% rispetto al periodo 2009- 2010. E allora perché sale il petrolio? Gli esperti dicono che il motivo della tensione è da ricercarsi nell'attesa di nuovi stimoli da parte della Federal Reserve, che quindi potrebbe smuovere indirettamente anche i consumi petroliferi e di conseguenza la crescita dei prezzi. Appunto, è tutta una speculazione. Un'attesa che però paghiamo noi. Sulla bolletta e al distributore. Purtroppo la truffa non è finita: oltre a tasse e speculatori dobbiamo stare attenti anche ai benzinai. Da un'indagine parziale della Guardia di Finanza sui distributori (solo 2400 distributori controllati su oltre 10mila) sono emerse 356 irregolarità, con 23 denunce. Hanno trovato acqua nei serbatoi, sostanze chimiche contrastanti col carburante o tarature dell'erogatore irregolari. Vere e proprie porcate che tolgono soldi agli automobilisti, ma che non sono paragonabili ai miliardi che si fanno gli speculatori sulle nostre spalle. E non solo sul petrolio. Ma pure sui cereali, che influenzano la nostra vita dalla colazione alla pizza. Sono alle stelle le quotazioni al Chicago Board of Trade: i future sul mais con scadenza a dicembre oscillano intorno agli 8 dollari e mezzo a bushel (25,4 kg), quelli sul frumento con consegna a settembre veleggiano sugli 8,6 dollari a bushel (27,2 kg in questo caso) e quelli dei semi di soia con scadenza ad agosto raggiungono i 16,68 dollari. La siccità, che negli Stati Uniti ha raggiunto i picchi di sessant'anni fa, è la causa utilizzata da tutti per spiegare questo boom. Ma anche in questo caso c'è qualcosa che non torna: le previsioni sui tre cereali più famosi dicono che i prezzi potrebbero ulteriormente salire in vista del calo delle scorte previsto per il 2013. Eppure proprio l'andamento dei prezzi dovrebbe far aumentare le semine, con ottime prospettive per l'anno prossimo. Di fatto, sull'onda dei rincari, la produzione cerealicola mondiale alla fine dovrebbe essere di poco inferiore ai consumi, senza massacrare le scorte mondiali. Per cui che motivo c'è che i future sul mais, ad esempio, tocchino i massimi, quando fra pochi mesi quando la produzione andrà in contro alla domanda? D'altronde, cosa potevamo aspettarci, dopo il raffreddamento - per ora - della crisi sui debiti europei? Con tutta la liquidità che circola nel mondo, concentrata tuttavia nella mani di pochi, è inevitabile che per fare i soldi occorra cercare nuovi mercati. I consumatori ringraziano. di Giuliano Zulin