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L'ultima beffa di Pisapialascia i gay senza diritti

Il sindaco di Milano

L'anagrafe delle unioni civili è un fallimento ovunque e non serve a garantire diritti alle coppie che convivono

Andrea Tempestini
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  "I lettori scuseranno se ho deciso di prendermi una vacanza e per un giorno evito di commentare l'andamento dello spread: non vorrei annoiare chi ci compra, ripetendo per la centesima volta quel che penso a proposito delle decisioni europee e delle ricadute che queste hanno sulla vita di tutti noi. Per questo delle dichiarazioni di Mario Draghi e della ridiscesa sotto quota 500 dei nostri titoli di stato si occupa oggi il vicedirettore Massimo de' Manzoni, che di Libero è una colonna. Quanto a me voglio spendere due parole su una vicenda che in questi giorni ha tenuto banco sui giornali, spingendo addirittura la Curia di Milano a un intervento diretto. Si tratta della famosa questione del registro per le coppie di fatto che la giunta rosso arancione di Giuliano Pisapia ha deciso di votare ieri. Spieghiamo subito di che si tratta: di un surrogato dell'atto di matrimonio, cioè di una specie di albo in cui chi non vuole o non può sposarsi può far annotare la propria unione. I giornali per farsi capire l'hanno subito etichettato come l'elenco delle nozze gay e il provvedimento ha provocato polemiche in quantità", spiega il direttore di Libero, Maurizio Belpietro. L'idea di Belpietro su quanto sta accadendo a Milano è ben precisa: è in atto un'operazione propaganda. Pisapia vuole il voto dai gay, e come contentino li fa sposare, ma per finta. Il punto è che l'anagrafe delle unioni civili è un fallimento ovunque, e non serve a garantire diritti alle coppie che convivono. Leggi il commento di Maurizio Belpietro su Libero in edicola oggi, venerdì 27 luglio  

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