Regione per regione, tutte le province che rischiano l'abolizione
Via 64 province su 107, largo a 10 città metropolitane dall'1 gennaio 2014
Regione per regione, tutte le province che rischiano l'abolizione per effetto della spending review varata dal Consiglio dei ministri. Piemonte - Il taglio dovrebbe abbattersi su Vercelli, Asti, Biella, Verbano-Cusio, Novara mentre si salvano Torino, Cuneo, Alessandria. Lombardia - Destinate a sparire ben 8 province su 12, dove rientrano nei criteri solo Milano, Brescia, Bergamo e Pavia e non quelle di Lecco, Lodi, Como, Monza Brianza, Mantova, Cremona, Sondrio e Varese. Veneto - Saltano Rovigo, Belluno, Padova e Treviso, mentre resterebbero Venezia, Verona e Vicenza. Friuli Venezia Giulia - Non verrebbero toccate dalla sforbiciata della spending review le province di Trieste e Udine, mentre sarebbero fuori dai criteri quelle di Pordenone e Gorizia. Liguria - Viene meno il 50% delle amministrazioni: Savona e Imperia sarebbero destinate all'accorpamento, a differenza delle province di Genova e La Spezia. Emilia Romagna - Le Province di Bologna, Parma, Modena e Ferrara rientrerebbero nei parametri stabiliti dall'esecutivo, mentre la scure della spending review dovrebbe abbattersi su quelle di Reggio Emilia, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Piacenza. Umbria - Addio alla provincia di Terni, supererebbe l'asticella solo Perugia. Marche - Verso l'accorpamento le province di Ascoli Piceno, Macerata e Fermo, "salve" solo Ancona e Pesaro Urbino. Toscana - Si salverebbe solo Firenze, mentre non risponderebbero ai requisiti le province di Grosseto, Siena, Arezzo, Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Prato, Pisa e Livorno. Lazio - Destinate a scomparire le province di Latina, Rieti e Viterbo mentre resistono all'accorpamento Roma e Frosinone. Campania - Se la dovrebbero cavare tutte (Napoli, Salerno, Caserta e Avellino) tranne Benevento. Abruzzo - Via Pescara e Teramo, si salvano L'Aquila e Chieti. Basilicata - Si salverebbe la provincia di Potenza, ma non quella di Matera. Molise - Dovrà fare a meno di un ente su due: dovrebbe scomparire Isernia, ma non Campobasso. Puglia - La revisione della spesa potrebbe fare fuori il 50% delle province: Bari, Foggia e Lecce superano i criteri, ma non può dirsi la stessa cosa di Taranto, Brindisi, Barletta-Andria. Calabria - Vanno nella direzione dell'accorpamento le province di Crotone e Vibo Valentia, mentre si dovrebbero salvare quelle di Cosenza, Reggio Calabria eCatanzaro. Sicilia - Resterebbero in vita quelle di Palermo, Agrigento, Catania e Messina, mentre sarebbero destinate a sparire quelle di Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa, Trapani. Sardegna - Cagliari è l'unica 'sopravvissuta', le altre non sembrano scavalcare i requisiti: Olbia-Tempio, Medio Campidano, Ogliastria, Carbonia, Sassari, Nuoro e Oristano.